martedì 26 novembre 2019

ONDEGGIANTI

Due mesi dopo i sondaggi indicano la triade Salvini, Meloni, Berlusconi, intorno al 50 per cento, una percentuale mai vista, figlia del mediocre governo dell’altra triade: Pd-5S-LeU.
I sondaggi dicono anche altro, in particolare fotografano le incognite nell’area della maggioranza. Con un interrogativo cruciale: fino a che punto il collasso dei Cinque Stelle trascina con sé il Partito Democratico? Rispondere alla domanda è essenziale per capire quanto può durare ancora il governo Conte 2 – la cui agonia peraltro è evidente – e quale destino avrà la legislatura. Ebbene, i sondaggi più recenti, con poche differenze, indicano da un lato il precipizio del movimento di Di Maio e dall’altro una resistenza non scontata da parte del Pd. Si poteva immaginare che pagassero entrambi la semi-paralisi dell’esecutivo, invece il partito di Zingaretti per ora tiene e addirittura guadagna qualcosa.
S’intende, sullo sfondo c’è il successo virtuale del destra-centro, tuttavia il Pd si attesta tra il 19 e il 21 per cento, mentre i 5S sprofondano verso il 17-16, forse meno. Significa che il centrosinistra sta recuperando qualche voto ai “grillini”, perlomeno una parte dei consensi ceduti negli ultimi anni.
Il dato non è trascurabile. Vuol dire che il Pd, se gli riesce di rovesciare sull’alleato le contraddizioni, è incoraggiato a far valere la sua maggiore solidità senza piegare le ginocchia di fronte al partner (come pure è accaduto). Ma significa anche che i 5S sono a un passaggio decisivo: l’idea di cambiare alleanze per governare fino al termine della legislatura si è rivelata un’illusione. Il movimento sta scomparendo nel Paese come la neve al sole, al punto di rinunciare alla lista per le regionali. Questo è il fattore destabilizzante per eccellenza: nessun governo può durare a lungo in tale squilibrio”.
Stefano Folli – Repubblica 14/11