“Due
mesi dopo i sondaggi indicano la triade Salvini, Meloni, Berlusconi,
intorno al 50 per cento, una percentuale mai vista, figlia del
mediocre governo dell’altra triade: Pd-5S-LeU.
I
sondaggi dicono anche altro, in particolare fotografano le incognite
nell’area della maggioranza. Con un interrogativo cruciale: fino a
che punto il collasso dei Cinque Stelle trascina con sé il Partito
Democratico? Rispondere alla domanda è essenziale per capire quanto
può durare ancora il governo Conte 2 – la cui agonia peraltro è
evidente – e quale destino avrà la legislatura. Ebbene, i sondaggi
più recenti, con poche differenze, indicano da un lato il precipizio
del movimento di Di Maio e dall’altro una resistenza non scontata
da parte del Pd. Si poteva immaginare che pagassero entrambi la
semi-paralisi dell’esecutivo, invece il partito di Zingaretti per
ora tiene e addirittura guadagna qualcosa.
S’intende,
sullo sfondo c’è il successo virtuale del destra-centro, tuttavia
il Pd si attesta tra il 19 e il 21 per cento, mentre i 5S sprofondano
verso il 17-16, forse meno. Significa che il centrosinistra sta
recuperando qualche voto ai “grillini”, perlomeno una parte dei
consensi ceduti negli ultimi anni.
Il
dato non è trascurabile. Vuol dire che il Pd, se gli riesce di
rovesciare sull’alleato le contraddizioni, è incoraggiato a far
valere la sua maggiore solidità senza piegare le ginocchia di fronte
al partner (come pure è accaduto). Ma significa anche che i 5S sono
a un passaggio decisivo: l’idea di cambiare alleanze per governare
fino al termine della legislatura si è rivelata un’illusione. Il
movimento sta scomparendo nel Paese come la neve al sole, al punto di
rinunciare alla lista per le regionali. Questo è il fattore
destabilizzante per eccellenza: nessun governo può durare a lungo in
tale squilibrio”.
Stefano
Folli – Repubblica 14/11