Uiguri, le carte che provano la "rieducazione forzata"
Lavaggio
del cervello, rieducazione forzata idelogica e comportamentale, abusi,
torture e azzeramento culturale. È quanto emerge dai documenti
governativi cinesi classificati sulle responsabilità di Pechino nella
detenzione di più di un milione di uiguri, minoranza musulmana.
Rinchiusi non per "lavoro volontario", come aveva sostenuto la Cina, ma
per una rieducazione forzata.
Le rivelazioni confermerebbero che quella
degli uiguri è la più grande incarcerazione di massa di una minoranza
etnico-religiosa dai tempi della Seconda guerra mondiale. Sono state le
foto satellitari sulla regione dello Xinjiang, luogo dei campi, e
un’ondata di testimonianze di ex detenuti, a costringere Pechino ad
ammetterne l’esistenza. L’ambasciata cinese a Londra ha definito "falsi"
i documenti e insiste nel definire i centri di detenzione, dei "luoghi
di formazione volontaria".
La Repubblica 24/11