lunedì 20 gennaio 2020

SISTEMA MAFIOSO

Roghi per prendere i contributi
Accumulavano nei capannoni rifiuti, plastica o carta soprattutto. Quantità enormi, ben più elevate di quelle che potevano smaltire. Un sistema illegale ma redditizio, poiché per stoccare bottigliette, flaconi, giornali e cartaccia ricevevano anche dei contributi pubblici. Ma quando il sistema si è inceppato e non sono più riusciti a vendere quei rifiuti alle aziende specializzate nel riciclo hanno pensato di appiccare il fuoco a quelle montagne di rifiuti, semplicemente per disfarsi del problema, senza curarsi dell'inquinamento provocato, né del pericolo cui hanno sottoposto vigili del fuoco e cittadini. È questa la spiegazione dei roghi che nella primavera del 2017 hanno distrutto due capannoni della Cmt, a La Loggia e Pianezza secondo la ricostruzione della procura di Torino che, a partire da quegli incendi, ha avviato un'inchiesta che si è allargata al resto d'Italia.
Tre responsabili commerciali dell'azienda sono stati indagati dal pm Roberto Sparagna per smaltimento illecito di rifiuti. E i carabinieri del Noe hanno perquisito 12 aziende in Piemonte, Lombardia, Toscana e Sardegna, che hanno avuto rapporti commerciali con gli indagati.
Dall'analisi della documentazione sequestrata, gli investigatori potranno accertare se i rifiuti siano stati smaltiti in maniera corretta. E uno degli aspetti più interessanti da capire è se, come si ipotizza, gli imprenditori acquisissero quantità di rifiuti superiori a quanto previsto per ottenere maggiori contributi pubblici. Il sistema messo in piedi probabilmente aveva funzionato fino a quando c'erano aziende all'estero, molte in Cina, ad acquistare quelle grandi quantità di spazzatura. Ma a un certo punto il mercato si è saturato e non c'è stato più nessuno che liberasse quei capannoni. Così, per togliersi quel problema, gli hanno dato fuoco e ci sono volute giornate di lavoro spegnere le fiamme.
«Questa operazione è la dimostrazione di come gli sforzi stiano producendo risultati importanti - ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa - Non molleremo la morsa contro le illegalità ambientali». 
La strategia vincente è stata proprio quella di «contrastare il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso l'individuazione dei traffici illeciti sottesi, che finora ha già portato, in chiave preventiva, anche al sequestro di decine di capannoni adibiti a discarica abusiva in tutto il territorio nazionale», ha concluso il ministro.
la Repubblica 18 gennaio