Informarsi è il miglior vaccino
Paul Quinio
Gli
specialisti lo sanno: di fronte a una minaccia di epidemia esistono due
rischi: la negazione e la reazione incontrollata. L'una è spesso il
primo passo verso l'altra.
In questi casi la trasparenza, la pedagogia,
l'informazione indipendente e verificata sono i migliori rimedi al
panico, i cui grandi amici sono le notizie false, il complottismo e la
negazione della realtà. E la realtà ci dice che il coronavirus cinese ha
raggiunto un nuovo picco nel numero dei contagi e dei decessi. La
situazione è grave e l'epidemia accelera, ha dichiarato il presidente
cinese Xi Jinping.
Per rendersi conto dei passi avanti basta ricordare
l'atteggiamento delle autorità cinesi nel 2003, quando avevano cercato
di nascondere l'epidemia della Sars.
Ma il regime di Pechino è ancora
abbastanza opaco da non meritare che gli si assegni troppo rapidamente
un premio per la trasparenza. Significherebbe peccare di ingenuità e
dimenticare che la trasparenza va di pari passo con la fiducia. E in una
dittatura come la Cina, la fiducia non è una cosa scontata. Gli sforzi
di trasparenza e di Pechino saranno sufficienti a rassicurare la
popolazione locale e le autorità sanitarie internazionali? Se alcuni
segnali sono rassicuranti, i rischi che in Cina si scateni una psicosi
non possono essere esclusi. E se la psicosi dovesse diffondersi,
favorirebbe la propagazione del virus.
Internazionale 31 gennaio 2020