Hillel
sul tetto della casa di studio
Si
racconta che Hillel guadagnasse ogni giorno un tropaik (mezzo dinaro)
e la metà di questo lo dava al custode della casa di studio, l’altra
metà serviva per assicurare il sostentamento suo e della sua
famiglia.
Un
giorno non riuscì a guadagnare nulla e il custode della casa di
studio non lo lasciò entrare. Allora egli s’arrampicò sul tetto,
si aggrappò e si sedette sul lucernario per ascoltare dalla bocca di
Shemaya e Abtalion le parole del Dio vivente.
Quando
spuntò l’alba, Shemaya disse a Abtalion: “Abtalion, fratello
mio, di giorno la casa illumina ma oggi è buia”.
Allora
guardarono in alto e videro un uomo sul lucernario. Salirono e
trovarono su di lui (su Hillel) tre cubiti di neve.
Lo
trassero giù, lo lavarono, lo frizionarono e lo fecero sedere
davanti al fuoco dicendogli: “Questi è degno che per amore suo si
profani il sabato”.
Jonah
Fraenkel, L’aggadah, Ed. Paoline, pag. 84