sabato 29 febbraio 2020

LA SETE DELLA PAROLA DI DIO

Hillel sul tetto della casa di studio

Si racconta che Hillel guadagnasse ogni giorno un tropaik (mezzo dinaro) e la metà di questo lo dava al custode della casa di studio, l’altra metà serviva per assicurare il sostentamento suo e della sua famiglia.
Un giorno non riuscì a guadagnare nulla e il custode della casa di studio non lo lasciò entrare. Allora egli s’arrampicò sul tetto, si aggrappò e si sedette sul lucernario per ascoltare dalla bocca di Shemaya e Abtalion le parole del Dio vivente.
Quando spuntò l’alba, Shemaya disse a Abtalion: “Abtalion, fratello mio, di giorno la casa illumina ma oggi è buia”.
Allora guardarono in alto e videro un uomo sul lucernario. Salirono e trovarono su di lui (su Hillel) tre cubiti di neve.
Lo trassero giù, lo lavarono, lo frizionarono e lo fecero sedere davanti al fuoco dicendogli: “Questi è degno che per amore suo si profani il sabato”.
Jonah Fraenkel, L’aggadah, Ed. Paoline, pag. 84