Palermo, piazze piene per dire no alla Lega. E Salvini annulla la passeggiata a Ballarò
Alfredo Marsala
Il Manifesto
04.02.2020
Dentro
il teatro è colmo, non si vedeva una folla così dai tempi del primo
Berlusconi e del Grillo del vaffa. Fuori però le piazze erano strapiene:
associazioni di cittadini e Sardine hanno invaso la piazza di Ballarò e
quella vicino alla “zona rossa” creata attorno al teatro in piazza
Verdi, gridando che «la Sicilia non si lega» e contestando Matteo
Salvini: «Tornatene al Papeete».
Proprio
la paura delle contestazioni ha convinto lo staff di Salvini a
disertare una delle tappe della sua prima giornata a Palermo: il mercato
di Ballarò. Ad aspettarlo c’erano centinaia di persone, con la piazze e
le stradine del mercato presidiate dalle camionette della polizia. Per
tre ore hanno atteso l’arrivo dell’ex ministro proprio in uno dei
quartieri dove risiedono tantissime comunità di migranti: ma il leader
della Lega alla fine ha scelto di non andare.
«Abbiamo
difeso l’orgoglio di un quartiere che è stato dipinto come covo di
criminali, come luogo in cui non portare i bambini, e in cui invece in
tanti vivono e crescono spesso senza le opportunità che dovrebbero
essergli garantite – ha sottolineato l’associazione Sos Ballarò – Noi
siamo qua ogni giorno, e i leghisti non li vediamo mai, li leggiamo solo
sui social che urlano e strepitano senza conoscere, senza combattere,
senza essere presenti». Per Porco Rosso e Moltivolti «i decreti
sicurezza hanno peggiorato le condizioni di vita di moltissimi nostri
concittadini, aumentando l’emarginazione sociale e incidendo quindi
profondamente sulla qualità delle nostre comunità». E attaccano: «La
provocazione di Salvini ha causato un inutile e oneroso dispiegamento di
forze che ha danneggiato la quotidiana attività economica del mercato;
le tante realtà sociali che ogni giorno si impegnano per migliorare le
condizioni di vita dell’Albergheria continueranno a difendere un
quartiere bellissimo e complesso e a pretendere per tutte e tutti la
sicurezza che nasce dai diritti e dal lavoro».
Per
il sindaco Leoluca Orlando la passeggiata del leghista «in solitaria o
accompagnato dalla solita claque» era «una provocazione». «Arrogante e
squadrista» replica Salvini, che prima incontra il governatore Nello
Musumeci per trattare sull’ingresso in giunta della Lega con tanto di
delega all’Agricoltura e poi visita un commissariato di polizia.
E
da Palermo, il leader del Carroccio scarica Umberto Bossi che ha
criticato la scelta del sovranismo e del nazionalismo. «Rispetto le sue
idee ma non cambio le mie – dice Salvini – I numeri dicono che non siamo
mai stati così forti come adesso nelle regioni del Nord e con grande
orgoglio ormai siamo determinanti e presenti al Sud». Poi rincara la
dose: «Non ci sono più padri nobili: i padri nobili della Lega sono i 9
milioni di italiani che ci danno il voto». «Se qualcuno vuole dividere
non è il momento e non è il movimento», il messaggio inviato a Bossi.
Oggi
Salvini incontra a colazione un «ex nemico», Gianfranco Miccichè.
Subito dopo si terrà il battesimo del gruppo parlamentare della Lega,
costituito qualche giorno fa all’Assemblea siciliana.