Il
28 gennaio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivelato il
suo piano di pace per il Medioriente definito una "cospirazione" dai
palestinesi, scrive Al Jazeera.
Il piano riconosce la sovranità di
Israele sulla maggior parte degli insediamenti illegali in Cisgiordania e
sulla valle del Giordano e conferma Gerusalemme come capitale
indivisa di Israele.
Allo
stesso tempo prevede la creazione di uno Stato palestinese con una
capitale che comprenderà parti di Gerusalemme est. La costruzione di
nuove colonie israeliane sarà congelata per un periodo di quattro anni,
durante i quali saranno negoziati i dettagli di un accordo completo.
Migliaia di palestinesi hanno protestato nella striscia di Gaza mentre
l'esercito israeliano ha schierato i rinforzi nella Cisgiordania
occupata. Il piano il cui autore principale è Jared Kushner, genero di
Trump "non prende in considerazione nessuna delle richieste del popolo
palestinese" scrive Hanna Anbar in un editoriale sul quotidiano libanese
Daily Star.
Trump insiste a chiamare questo progetto un accordo anche
se i palestinesi non hanno svolto alcun ruolo nella sua ideazione e non
sono stati neanche consultarti. "Il piano di Trump è una ricetta per la
guerra non per la pace" scrive Diana Buttu sul quotidiano israeliano
Haaretz "e consolida la sottomissione a lungo termine dei palestinesi
per mano di Israele. I palestinesi dovranno rinunciare al loro diritto
al ritorno riconosciuto dalla comunità internazionale e avranno un
accesso limitato a Gerusalemme mentre Israele potrà, in violazione del
diritto internazionale, annettere parti della Cisgiordania", commenta
Buttu.
Al fianco di Trump c'era il premier israeliano Benjamin Netanyahu
che avendo rinunciato all'immunità parlamentare, lo stesso 28 gennaio è
stato formalmente incriminato in relazione a tre diversi casi.
Internazionale 31 gennaio 2020