mercoledì 5 febbraio 2020

RICETTA PER LA PACE

Il 28 gennaio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivelato il suo piano di pace per il Medioriente definito una "cospirazione" dai palestinesi, scrive Al Jazeera. 
Il piano riconosce la sovranità di Israele sulla maggior parte degli insediamenti illegali in Cisgiordania e sulla valle del Giordano e conferma Gerusalemme come capitale 
indivisa di Israele.
Allo stesso tempo prevede la creazione di uno Stato palestinese con una capitale che comprenderà parti di Gerusalemme est. La costruzione di nuove colonie israeliane sarà congelata per un periodo di quattro anni, durante i quali saranno negoziati i dettagli di un accordo completo. 
Migliaia di palestinesi hanno protestato nella striscia di Gaza  mentre l'esercito israeliano ha schierato i rinforzi nella Cisgiordania occupata. Il piano il cui autore principale è Jared Kushner, genero di Trump "non prende in considerazione nessuna delle richieste del popolo palestinese" scrive Hanna Anbar in un editoriale sul quotidiano libanese Daily Star. 
Trump insiste a chiamare questo progetto un accordo anche se i palestinesi non hanno svolto alcun ruolo nella sua ideazione e non sono stati neanche consultarti. "Il piano di Trump è una ricetta per la guerra non per la pace" scrive Diana Buttu sul quotidiano israeliano Haaretz "e consolida la sottomissione a lungo termine dei palestinesi per mano di Israele. I palestinesi dovranno rinunciare al loro diritto al ritorno riconosciuto dalla comunità internazionale e avranno un accesso limitato a Gerusalemme mentre Israele potrà, in violazione del diritto internazionale, annettere parti della Cisgiordania", commenta Buttu. 
Al fianco di Trump c'era il premier israeliano Benjamin Netanyahu che avendo rinunciato all'immunità parlamentare, lo stesso 28 gennaio è stato formalmente incriminato in relazione a tre diversi casi. 

Internazionale 31 gennaio 2020