G: Prima di iniziare questa nostra Eucarestia, facciamo un momento di silenzio per fare posto all'ascolto, alla lode, alla preghiera.
CANTO
Abbiamo deciso di riprendere il discorso che abbiamo trattato nell'ultimo incontro di Comunità: quanto è difficile pregare!
Ci siamo interrogati sul tempo che dedichiamo alla preghiera individuale e comunitaria.
In questa Eucarestia continueremo questa riflessione.
Queta preghiera Shemà Israel, è recitata dall'ebreo la mattina e la sera ed è un precetto. E' tradizionale per gli ebrei recitare lo Shemà come ultime parole prima di morire e per i genitori insegnare ai propri figli a dirlo prima di andare a dormire la sera.
RECITIAMOLA INSIEME
"Ascolta Israele, il Signore nostro Dio, il Signore è uno.
Benedetto il nome del Suo glorioso regno per sempre, eternamente.E amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue facoltà.
Siano queste parole che Io ti comando oggi, impresse nel tuo cuore. Le inculcherai ai tuoi figli, parlerai di esse stando in casa e andando per la via, coricandoti e alzandoti.
Le legherai come segno sulla tua mano, e siano sulla tua fronte, fra i tuoi occhi. Le scriverai sugli stipiti della porta della tua casa e della tua città" (Dt 6,4-9).
Mara: Quando sentiamo il desiderio di pregare? Quando ne abbiamo bisogno?
La preghiera rituale scandisce il tempo della giornata e degli avvenimenti importanti che ci capita di vivere, sia che siano gioiosi, sia tristi. La preghiera dà forma a pensieri e sentimenti che a volte sentiamo in modo confuso; ordina le emozioni orientandole verso Colui che può accoglierle ed esaudirle.
La preghiera storica, formulata da chi si è trovato nelle nostre stesse situazioni e che l’ha saputa esprimere con versi ispirati, poetici nella cadenza del salmista, ci può soccorrere e accompagnare nella ricerca delle parole ‘giuste’.. Pensiamo in questo senso alla bellezza dei Salmi di Davide, che ci insegna in che modo possiamo rivolgerci al Signore, tra sensazioni miste di affetto e di rispetto, paura ed angoscia, gioia e senso di liberazione..
E’ però anche sollecitante la preghiera personale, che nasce sulle nostre labbra in modo spontaneo con le parole necessarie in un determinato momento..
Mi colpiscono molto le preghiere di alcune donne della Bibbia, specialmente di Ester e di Giuditta.
Ester 4,17: ‘…cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale.. Mio Signore.. tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te.. Ricordati, Signore, manifestati nel giorno della nostra afflizione.. e a me da’ coraggio, metti nella mia bocca una parola ben misurata..’
Giuditta 9, 5: ‘..Tu hai disposto le cose presenti e le future, quello che tu hai pensato si è compiuto. Le cose da te deliberate si sono presentate e hanno detto: Ecco, ci siamo; perché tutte le tue vie sono preparate e i tuoi giudizi sono preordinati..’
Sono due donne, Ester e Giuditta che nel pericolo e nell’angoscia si cospargono di cenere, si vestono a lutto, per poter nell’umiltà, diventare strumenti dell’azione di Dio. Anche nella forma esterna si aveva quindi bisogno di accompagnare una determinata preghiera con l’aspetto adeguato, vestiti di nero, sporchi e trascurati nell’abbigliamento per farsi polvere, niente e così attirare la commiserazione divina. Alcune nostre tradizioni hanno conservato il valore simbolico del colore nero, del velo, del digiuno protratto per rispecchiare un’immagine di nullità di fronte a Dio.
Le preghiere sono rivolte in forma di discorso diretto, ma anche in forma indiretta. Ad esempio: Giuditta 16, 1: ‘Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a Lui l’accordo del salmo e della lode.. Non cadde il loro capo contro giovani forti.. ma Giuditta figlia di Merari, con la bellezza del suo volto lo fiaccò’ .
Questa funzione di preghiera indiretta mi sembra sia la stessa che dall’altare svolge chi invita a ripetere alcune frasi dopo un’invocazione durante l’offertorio.
LETTURE BIBLICHE
Salmo 23
Luca11,1-13
Riflessioni comunitarie
CANTO
PREGHIAMO
Grazie, o Dio, del dono di questa Comunità!
Se riusciamo ad incontrarci ancora dopo tanti anni,
lo dobbiamo a Te.
Grazie per la Tua Parola che scopriamo fra le tante parole della Bibbia.
La Tua Parola ci interroga, ma allo stesso modo ci sostiene.
L'alberello della nostra vita senza il Tuo calore e la Tua acqua si seccherebbe.
Ora ricordando Gesù, spezziamo il pane dividendolo fra di noi.
Con questo gesto ci impegniamo a condividere il nostro tempo, il nostro denaro, i nostri sorrisi, le nostre speranze con chi ha meno di noi.
T. Gesù, in quella cena che aveva tanto atteso di vivere con i suoi amici e le sue amiche, vedendo ormai vicina l'ora in cui la congiura avrebbe prevalso, concentrò nel semplice gesto del pane spezzato e del vino condiviso tutto il suo insegnamento e disse:
Poi prese la coppa del vino e, porgendone a bere a tutti/e, disse:
"Prendete e bevete: la mia vita ha pagato fino allo spargimento del sangue la dedizione alla causa di Dio, dei fratelli e delle sorelle. Dio vi garantisce una Alleanza eterna, perfetta: Egli non ritirerà mai il suo Amore dall'umanità.
Fate questo pasto, ve lo raccomando, per non dimenticarvi di me e di tutto quello che vi ho detto e che ho fatto".
G. Recitiamo a cori alterni questa preghiera "Padre Nostro" che Nico e Angelina avevano proposto a Pinerolo
Padre nostro Che fai di noi i tuoi figli e figlie
che sei nei cieli, e rendi la nostra piccola terra una dimora per noi
sia santificato il tuo nome fa' cioè che tutti ti riconoscano come Dio,
riconoscano ciò che Tu sei
venga il tuo regno avvenga ciò che Tu operi per il bene di
tutti/e
sia fatta la tua volontà, avvenga ciò che Tu vuoi, che è celato
nell' intimo più intimo di ciascuno e di ogni
cosa.
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano dacci Tu quello che ci è necessario giorno per giorno
e rimetti a noi i nostri debiti donaci la fiducia che Tu ci perdoni;
ridonaci sempre la fiducia in noi stessi, perché sappiamo affidarci a Te
come noi li rimettiamo ai nostri debitori non farci mai dimenticare
quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri/e
sostienici nel momento della prova preservaci dalla disperazione,
quando ci troviamo ad avere più cara la morte che la vita e
preferiamo dimorare nel nulla
piuttosto che contare su di Te,
ma liberaci dal male strappaci dal male Tu che
puoi e che vuoi vincere i
nostri mali, anche la morte.
AMEN.
PREGHIERE SPONTANEE
CANTO
BENEDIZIONE
Fratello, sorella:
ci sia nei nostri giorni un tempo per pregare.
Forse c'è bisogno sia di spontaneità
che di disciplina anche nella preghiera.
Una comunità che non educhi a pregare
è come il contadino
che vuole raccogliere frutti,
ma si è dimenticato
di irrigare il campo.
Anche su questa strada
ci precede Gesù,
uomo di azione e di preghiera.
(Franco Barbero “Preghiere eucaristiche”
RIFLESSIONI SUL SALMO 23
Alcune piccole considerazioni sul Salmo 23: IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE (di Davide)
Il salmo è percorso da un senso di pace, di fiducia e sicurezza nell’aiuto divino, che non potrà mancare nelle avversità.
Quanto è lontana l’ansia della preghiera nella prova o nell’angoscia..
Nella visione di pascoli verdeggianti e di acque pure e tranquille, le parole che Davide rivolge indirettamente a Dio sono pervase dalla consapevolezza di essere nella grazia di Dio. E’ misticismo? Forse no, forse è quella sensazione di sospensione che possiamo provare quando ci affidiamo al Signore senza condizioni, provando quasi distacco dal problema contingente che ci spinge a pregare.
In quei momenti ogni parola sarebbe di troppo, ogni aggiunta eccessiva.
Il salmo 23 è anche un inno di gioia piena e sazia (‘il mio calice trabocca’), quasi a voler significare che una tale felicità oltrepassa la misura di quanto si possa contenere.. ( MARA)
Luca 11,1-13
Quante volte abbiamo letto questo brano del Vangelo, ma ogni volta come per miracolo, sembra sempre nuovo, perché scopriamo delle parole e degli insegnamenti a cui non avevamo pensato.
Innazitutto il racconto inizia che una presentazione:Gesù si trovava in un luogo a pregare Dio, suo Padre e questo fatto lo troviamo spesso nel Vangelo. Capiamo che Gesù pregava Dio, e noi dopo tanti secoli di Gesù ne abbiamo fatto un Dio...
I discepoli chiedono a Gesù di insegnare loro a pregare. Anche i discepoli erano in difficoltà. E' come dire che a pregare si impara piano piano...
Nel Padre nostro troviamo tutto, è un concentrato di lode e di richiesta. Innanzitutto la lode a Dio, cioè che Dio venga riconosciuto come tale da tutte le creature!
Si desidera che il Regno di Dio venga presto, cioè che la pace e la giustizia regnino tra i popoli.
Poi si passa a chiedere a Dio il pane necessario: ogni giorno che il nostro corpo abbia di che vivere. Ma non solo, si chiede a Dio che impariamo a perdonarci e ad accoglierci a vicenda, come Dio fa con noi!
E infine si chiede a Dio di allontanare da noi ogni la tentazione di allontanarci da Lui, di farci avvolgere dall'angoscia e di non voler più aprirci agli altri e al mondo.
Nel Padre nostro la richieda a Dio è sia di carattere materiale, il sostentamento, cibo, casa,... ma anche spirituale e in un certo senso psicologico.
L'amico che bussa in piena notte, siamo noi con Dio. Dobbiamo solo essere fiduciosi che Dio accoglie il nostro grido. Credo che non ci risolva magicamente i problemi, ma che ci dia la forza per affrontarli, sì, questo nella mia vita è accaduto sempre. (M.Grazia B.)
EUCARESTIA del 17 Novembre 2019, Cdb di Piossasco Mara e M.Grazia B.