lunedì 3 febbraio 2020

VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Come fermare gli Uomini che odiano
Passano gli anni, si moltiplicano le leggi, aumentano le denunce, ma le violenze contro le donne non cessano. 
Anzi. A differenza degli altri reati contro la persona che sono in calo, i femminicidi restano stabili (nel 2019 sono stati 103). Un orribile bilancio che ha portato il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, ieri, a parlare di «emergenza nazionale».
 Anche se le violenze contro le donne non sono solo un'emergenza (come può esserlo l'eventuale diffusione del coronavirus), ma un problema strutturale della nostra società.
E non basta più punire i colpevoli o proteggere le vittime affinché la situazione migliori. Ciò di cui c'è più bisogno è la prevenzione. Che poi significa capire che tutti questi uomini che diventano assassini sono il sintomo di una società in cui non si è più capaci di fare i conti con le proprie frustrazioni. Ogni relazione umana destabilizza: quando si vive con un'altra persona - che reagisce in maniera diversa da noi, che è libera di restare o di andarsene, che può assecondarci nei nostri bisogni ma che può anche non farlo - le cose non dipendono più in interamente da noi. È questo che rende l'incontro con l'altro al tempo stesso magico incerto. 
Ma è proprio l'incertezza che gli uomini violenti non sopportano: scelgono una donna come se scegliessero un oggetto e si illudono di poterla controllare e manipolare come una semplice cosa. 
Pensano che l'amore sia una forma di possesso e si convincono che tutto ciò che una donna vive senza di loro - lavoro, amicizie, hobby - sia una colpa.
Sono uomini fragili dal punto di vista identitario, che accusano le donne dei propri fallimenti e che non sopportano l'idea dell'abbandono: non hanno la benché minima idea di quale sia la grammatica delle relazioni affettive. Se non si riparte da qui, e non si capisce che la chiave di volta per combattere le violenze di genere è la prevenzione, i femminicidi continueranno a moltiplicarsi. Non c'è un vaccino che possa mettere un termine a questa epidemia, ma c'è la possibilità di contrastare la violenza contro le donne, insegnando ai più giovani che nessuna persona può colmare i nostri vuoti esistenziali, che i vuoti si possono al limite attraversare insieme a chi ci sta accanto, e che tutto ciò è possibile solo quando chi ci è accanto rimane libero. Autonomia e dipendenza vanno di pari passo: non c'è relazione senza l'accettazione della dipendenza nella quale ci si trova quando si ama una persona, ma al tempo stesso una relazione finisce se non c'è più posto per l'autonomia individuale. Il rapporto tra autonomia e dipendenza, però, lo si insegna e lo si trasmette con le parole e con gli esempi. 
Se mancano, serviranno a poco le norme che il Parlamento continua a votare: l’epidemia di femminicidi non verrà mai arginata.
Michela Marzano, la Repubblica 1 febbraio