domenica 29 marzo 2020

DAL CATECHISMO AL VANGELO


Un caro saluto a tutti e tutte.
Il tema che questa sera vorrei un po’ delineare potrebbe essere titolato così: Dal catechismo al Vangelo.
Una delle scoperte più sorprendenti e liberanti, che con molte e molti di voi ho compiuto negli anni della mia vita, sta nel fatto che tra catechismo e vangelo esista una distanza chilometrica.
Non mi vergogno a riconoscerlo. Quando diventai prete, avevo assoluta certezza che tutti i dogmi e le cosiddette verità del catechismo fossero Vangelo puro. Lentamente, facendo i conti con la vita delle persone reali (donne omosessuali persone emarginalizzate, teologi sconfessati) cominciai a percepire che spesso Vangelo e catechismo indicavano percorsi diversi. valutazioni e proposte addirittura contrastanti.
Provai un profondo disagio, ma tradussi questa sofferenza in uno stimolo a cercare, a documentarmi.
Sulla stessa strada trovai tanti compagni di viaggio... che gioia scoprire vicino e lontano, secoli prima di noi, questa moltitudine di credenti che erano già riusciti e riuscite a mettere il Vangelo al posto del catechismo.
Successivamente lo studio, la preghiera, il confronto mi fecero capire che questi percorsi erano stati nascosti a gran parte del popolo di . Avvenne a partire dal tempo in cui nel cristianesimo era prevalsa una struttura gerarchica di potere che dal quarto secolo si definì divina e normativa con la facoltà di escludere gli altri come se fosse per tutelare la fede.
Oggi la religione ufficiale ha ancora la prevalenza catechistica, ma qua e là si avvertono le esigenze del ripensamento radicale: un percorso di fede che, risalendo al Gesù storico e alla sua fede in Dio, al suo messaggio, operi una vera conversione.
Le domande ora sono diventate chiare: proviamo ad elencarne alcune.
Come è possibile rifarsi alla storia di Gesù di Nazareth e pensare che lui se ne stia rinchiuso nei milioni di tabernacoli delle chiese? Come si può pensare che in ogni ostia ci sia il corpo e il sangue di Gesù? Come è possibile riferirsi a Gesù e alle sue scelte e pensare che le donne non possano esercitare il ministero e gli omosessuali non possano celebrare il loro amore con pari dignità degli eterosessuali?
Come è possibile che fra pochi giorni, il venerdì prima della Pasqua, ci sia addirittura l'adorazione della croce?
Ma come in un mondo di uomini e donne crocifisse, abbandonati noi possiamo adorare la croce, la croce sulla quale i potenti fecero morire Gesù di Nazareth? Com'è possibile credere che esista ancora il diavolo quando le diavolerie sono chiaramente responsabilità umana?
Come è possibile del resto pensare che la mano di Dio fermi il coronavirus, senza ricordare che questo Dio dei miracoli l'abbiamo inventato noi per dispensarci da responsabilità che sono nostre?
Come è possibile che il Dio di cui ci ha dato testimonianza Gesù abbia voluto la morte del profeta di Nazareth in espiazione dei peccati del mondo?
Come è possibile che manteniamo un immenso arsenale di madonne, di santi, di reliquie e ci mettiamo al centro il rosario, al posto della lettura biblica?
Notate: non c'è un pizzico di polemica in questo discorso e in questo elenco. Proprio per amore di questa meravigliosa fede di cui Gesù è stato per noi il testimone fedele, è necessaria una svolta, una liberazione, uno sfrondare, un rimuovere, un lasciar cadere la superstizione.
Quando la religione non è a servizio della fede, ci conduce verso la superstizione. Mi preme ribadirlo: questa riflessione è anche per amore della nostra chiesa, che come ognuno di noi, può ritrovare in questi giorni di silenzio e di viaggio interiore, haun immenso bisogno di cercare e concentrarsi sull’essenziale della fede: la fiducia nel Dio che ci sospinge verso un futuro qualitativamente diverso, più giusto e conviviale.
O Dio, tu che includi tutta la realtà nel tuo amore, aiutami a sentire il tuo soffio, la tua presenza nascosta ma sempre viva ed accogliente. Fa che su sentieri piccoli ma fecondi della cura del creato e delle relazioni paritarie, noi impostiamo la nostra esistenza di ogni giorno.
Grazie di questo giorno, ancora grazie di questo giorno. Aiutaci a creare più vicinanza nei giorni della necessaria distanza.
Un saluto una buona notte a tutte e a tutti.
Ciao
Franco Barbero (Trascrizione dal vocale del 27 marzo a cura di Franca Gonella).