Sulla scia delle primavere arabe, il 15 marzo di 9 anni fa si accendeva la rivolta contro il regime siriano, in un Paese che era governato col pugno di ferro da oltre quarant’anni dalla famiglia Assad, essendo Bashar succeduto al padre Hafez nel 2000. Repressa nel sangue, con i cecchini dell'esercito che avevano l'ordine di sparare sui bambini per fiaccare il morale degli adulti, la protesta s’è in fretta trasformata in una guerra civile devastante coinvolgendo gruppi ribelli, movimenti jihadisti e potenze straniere. A oggi, il conflitto siriano ha provocato 384mila morti, ha costretto più della metà della popolazione ad abbandonare la propria casa e ha ridotto il Paese in rovina. Tra le vittime, più 115mila sono civili, di cui 22mila bambini e 13.612 donne. Il numero dei rifugiati scappati oltre frontiera ha raggiunto quota 5,5 milioni mentre gli spostati interni sono più di 6 milioni.
Con la guerra che entra nel suo decimo anno, il governo del presidente Bashar al Assad controlla oltre il 70% del territorio siriano, ma soltanto grazie al supporto militare dei suoi alleati: Russia, Iran e il gruppo militare libanese Hezbollah. Intanto, prima che Ankara e Mosca negoziassero un cessate il fuoco all'inizio di marzo, la recente offensiva delle forze governative contro la provincia di Idlib, l'ultima ancora nelle mani della rivolta, ha causato la fuga di quasi un milione di persone. Secondo le Nazioni Unite, in quella provincia «la situazione umanitaria è la più spaventosa dalla seconda guerra mondiale a oggi».Da anni, le Ong denunciano le violazioni dei diritti umani da parte del governo siriano, tra cui attacchi chimici letali, torture e arresti arbitrari. Decine di migliaia di persone sono state oggetto di sparizioni forzate da parte del regime che secondo Amnesty International, solo tra il 2011 e il 2015, avrebbe impiccato 13mila persone nella prigione di Saydnaya, vicino a Damasco.
La guerra ha inoltre distrutto infrastrutture e settori cruciali dell'economia, compresa l'industria petrolifera. L’83% della popolazione siriana vive al di sotto della soglia della povertà, rispetto al 28% di prima della guerra, e l'80% delle famiglie ha difficoltà a sopperire al proprio bisogno alimentare. Intere città sono oggi ridotte in macerie e si stima che per ricostruire il Paese servirebbero almeno 400 miliardi di dollari. La pace è ancora lontana.
Pietro Del Re, la Repubblica 15 marzo
Le tappe
Le vittime
Il conflitto ha provocato 384mila morti. Tra questi, più di 115mila sono civili, di cui 22mila bambini e 13,5mila donne.I profughi
Più della metà dei siriani costretti a lasciare le loro case: 5,5 milioni fuggiti all'estero e gli sfollati sono più di 6 milioni.
L'economia
La guerra ha distrutto infrastrutture e settori cruciali dell'economia, compresa l'industria petrolifera. L’83% dei siriani vive al di sotto della soglia della povertà.