Monte Oliveto Acquistato dalla Quadrifoglio
Il presidente della cooperativa pinerolese, Elvio Chiatellino. «Non ho potuto dire di no»
La grande struttura di Monte Oliveto, che poggia sull'omonimo colle e apre lo sguardo sulla collina e fa da corona alla città, è stata venduta. Che l'edificio con il parco e i terreni adiacenti fossero in vendita è cosa nota, da quando nel 2017 i salesiani che dal 1915 occupavano l'edificio, avevano comunicato la volontà di trasferirsi alla casa madre a Colle Don Bosco. Ad acquistarla (l'accordo e recentissimo, la vendita sarà perfezionata entro la fine dell'anno) è la Cooperativa Quadrifoglio di Pinerolo: «Mi è stato proposto l'acquisto di una grande villa storica - spiega Elvio Chiatellino, presidente della cooperativa pinerolese - All'inizio non ero per nulla interessato, poi quando ho capito di cosa si trattava non ho potuto dire di no. A quel luogo ci sono affezionato: è il secondo simbolo della città di Pinerolo dopo il Colle di San Maurizio. La mia famiglia è molto legata al mondo salesiano. Un mio antenato, don Michelangelo Chiatellino, mancato nel 1901, era amico personale di Don Bosco, come ricorda ancora oggi una targa apposta sulla casa di Carignano in piazza Albertina».
Un accordo senza tentennamenti, come nello stile Chiatellino, «Non mi sarei perdonato di vedere quel luogo in mano ad altre cooperative».
I competitor nella gara all'acquisto non erano molti (si dice tre, forse anche la Diocesi ci ha provato). L'accordo si è concluso a 3 milioni e 200mila euro, a cui andranno aggiunti i tanti lavori di ristrutturazione di cui l'edificio necessita.
Cosa ne sarà dunque di questo angolo di Paradiso dal microclima particolare? «È avvenuto tutto in fretta. Non c'è ancora un progetto chiaro perché e arrivata prima l'offerta, non siamo stati noi a cercare questa opportunità. Indubbiamente avrà a che fare con la sanità e il socio assistenziale, ma c'è tempo per strutturare un progetto articolato».
Quali sono i tempi? «Abbiamo firmato il primo compromesso. La struttura ha una serie di vincoli, come quello delle Belle Arti. Il placet del vescovo di Pinerolo c'è già. Mancano alcuni passaggi tecnici. Alla fine dell'iter ci vorrà il placet finale del Vaticano» prosegue Chiatellino.
L'edificio fu realizzato nel 1728 dai Gesuiti e usato come casa per la villeggiatura degli allievi e per gli esercizi spirituali. Con la soppressione dell'ordine nel 1773 passò a diverse destinazioni fino ad essere venduto nel 1915 dai certosini ai salesiani che ne fanno prima un orfanotrofio e poi una casa per i novizi su precisa indicazione di Don Bosco che aveva ben conosciuto Pinerolo e la frequentava per motivi di salute, considerandola una cittadina dal clima salubre. C'è un aneddoto raccontato spesso dal defunto vescovo Pietro Giachetti che ricorda come fosse stato Don Bosco in persona, guardando il poggio di Monte Oliveto dal piazzale di San Maurizio, ad augurarsi la nascita di una struttura salesiana in quel luogo di grande bellezza dove lo sguardo si perde.
Ora la cooperativa pinerolese è la nuova proprietaria di questo grande edificio che ha trecento anni. Il parco che la circonda conta oltre 50 specie botaniche, la maggior parte di origine esotica, frutto dei viaggi salesiani nel mondo: lecci, cedri, alberi di Giuda, cipressi italici, sequoie e rarità come il bagolaro, la catalpa, il ginko biloba, l'olea fragrans.
Paola Molino
(L'Eco del Chisone, 4 marzo)
Molti interrogativi
Non pochi a Pinerolo si domandano il come e il perché di questo acquisto.
Ma silentium magnuh factum est.
Regna il silenzio
Il presidente della cooperativa pinerolese, Elvio Chiatellino. «Non ho potuto dire di no»
La grande struttura di Monte Oliveto, che poggia sull'omonimo colle e apre lo sguardo sulla collina e fa da corona alla città, è stata venduta. Che l'edificio con il parco e i terreni adiacenti fossero in vendita è cosa nota, da quando nel 2017 i salesiani che dal 1915 occupavano l'edificio, avevano comunicato la volontà di trasferirsi alla casa madre a Colle Don Bosco. Ad acquistarla (l'accordo e recentissimo, la vendita sarà perfezionata entro la fine dell'anno) è la Cooperativa Quadrifoglio di Pinerolo: «Mi è stato proposto l'acquisto di una grande villa storica - spiega Elvio Chiatellino, presidente della cooperativa pinerolese - All'inizio non ero per nulla interessato, poi quando ho capito di cosa si trattava non ho potuto dire di no. A quel luogo ci sono affezionato: è il secondo simbolo della città di Pinerolo dopo il Colle di San Maurizio. La mia famiglia è molto legata al mondo salesiano. Un mio antenato, don Michelangelo Chiatellino, mancato nel 1901, era amico personale di Don Bosco, come ricorda ancora oggi una targa apposta sulla casa di Carignano in piazza Albertina».
Un accordo senza tentennamenti, come nello stile Chiatellino, «Non mi sarei perdonato di vedere quel luogo in mano ad altre cooperative».
I competitor nella gara all'acquisto non erano molti (si dice tre, forse anche la Diocesi ci ha provato). L'accordo si è concluso a 3 milioni e 200mila euro, a cui andranno aggiunti i tanti lavori di ristrutturazione di cui l'edificio necessita.
Cosa ne sarà dunque di questo angolo di Paradiso dal microclima particolare? «È avvenuto tutto in fretta. Non c'è ancora un progetto chiaro perché e arrivata prima l'offerta, non siamo stati noi a cercare questa opportunità. Indubbiamente avrà a che fare con la sanità e il socio assistenziale, ma c'è tempo per strutturare un progetto articolato».
Quali sono i tempi? «Abbiamo firmato il primo compromesso. La struttura ha una serie di vincoli, come quello delle Belle Arti. Il placet del vescovo di Pinerolo c'è già. Mancano alcuni passaggi tecnici. Alla fine dell'iter ci vorrà il placet finale del Vaticano» prosegue Chiatellino.
L'edificio fu realizzato nel 1728 dai Gesuiti e usato come casa per la villeggiatura degli allievi e per gli esercizi spirituali. Con la soppressione dell'ordine nel 1773 passò a diverse destinazioni fino ad essere venduto nel 1915 dai certosini ai salesiani che ne fanno prima un orfanotrofio e poi una casa per i novizi su precisa indicazione di Don Bosco che aveva ben conosciuto Pinerolo e la frequentava per motivi di salute, considerandola una cittadina dal clima salubre. C'è un aneddoto raccontato spesso dal defunto vescovo Pietro Giachetti che ricorda come fosse stato Don Bosco in persona, guardando il poggio di Monte Oliveto dal piazzale di San Maurizio, ad augurarsi la nascita di una struttura salesiana in quel luogo di grande bellezza dove lo sguardo si perde.
Ora la cooperativa pinerolese è la nuova proprietaria di questo grande edificio che ha trecento anni. Il parco che la circonda conta oltre 50 specie botaniche, la maggior parte di origine esotica, frutto dei viaggi salesiani nel mondo: lecci, cedri, alberi di Giuda, cipressi italici, sequoie e rarità come il bagolaro, la catalpa, il ginko biloba, l'olea fragrans.
Paola Molino
(L'Eco del Chisone, 4 marzo)
Molti interrogativi
Non pochi a Pinerolo si domandano il come e il perché di questo acquisto.
Ma silentium magnuh factum est.
Regna il silenzio
F. B.