PER NON ESSERE + SOLE
Impariamo a fare le volontarie
a cura dell'Associazione "Mai + sole"
Sabato 15 febbraio 2020, nella sala municipale "Officina cultura", con il benvenuto del Sindaco Valerio Oderda, ha avuto inizio il corso per volontarie di Mai + sole, tenuto dalle psicoterapeute Manuela Devalle e Petra Senesi.
Lo scopo è di fornire, alle venti donne presenti, gli strumenti e le competenze necessarie per poter diventare volontarie dell'Associazione che da più di un decennio aiuta e supporta donne vittime di violenza.
Cosa intendiamo per violenza al femminile? "Qualsiasi atto per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata." (risoluzione ONU 48/104 del 20 dicembre 1998).
Gli interventi, arricchiti da filmati e da momenti di condivisione, trattano le varie fasi della violenza, le strategie messe in atto e i disturbi emotivi più ricorrenti.
Per sopravvivere in certi contesti occorre modificare il modo di percepire il mondo circostante e auto-convincersi di vivere in una situazione "normale".
Apatia, disturbi alimentari, instabilità emotiva, ansia, panico, vergogna, solitudine, ritiro emotivo, congelamento dei sentimenti sono alcune delle conseguenze a cui vanno incontro le donne che vivono situazioni prolungate di disagio.
Le donne hanno difficoltà a chiedere aiuto, a denunciare perché è difficile riconoscere la violenza familiare ed interrompere le relazioni violente. È doloroso riconoscere come colpevole colui che ami, alla sofferenza ci si abitua e la donna spesso si assume la responsabilità di ciò che sta vivendo.
Potere e controllo sono gli obiettivi degli uomini violenti. Minimizzano le loro azioni, trovano giustificazioni esterne, giustificano la propria ira colpevolizzando la parte lesa. Sono spesso uomini dalla doppia personalità: violenti in famiglia e persone civili sul lavoro o con gli estranei, che confondono l'amore con il possesso. Debolezza, fragilità, angoscia dell'abbandono sono alla base di molti atti violenti.
Il compito delle volontarie non è cosa da poco: empatia, comprensione, sospensione del giudizio sono alla base di un ascolto attivo che permette di instaurare un dialogo in cui la donna che chiede aiuto diventi la vera protagonista, mettendo a fuoco i suoi reali bisogni e le esigenze del momento.
La volontaria deve avere a disposizione un bagaglio di "strumenti" necessari per poter aiutare la donna in difficoltà, ma nello stesso tempo deve tutelarsi per non essere travolta emotivamente e muoversi nel rispetto di regole codificate.
Al termine della prima giornata tante le informazioni ricevute, maggior chiarezza sui problemi trattati, ma anche nuovi dubbi, timori, certamente molti spunti su cui riflettere e poter rispondere alla domanda: "Perché voglio essere una volontaria di Mai + sole?"
(da Insonnia mensile di Racconigi, marzo 2020, pag. 1, 3 - contatti@insonniaracconigi.it)
Impariamo a fare le volontarie
a cura dell'Associazione "Mai + sole"
Sabato 15 febbraio 2020, nella sala municipale "Officina cultura", con il benvenuto del Sindaco Valerio Oderda, ha avuto inizio il corso per volontarie di Mai + sole, tenuto dalle psicoterapeute Manuela Devalle e Petra Senesi.
Lo scopo è di fornire, alle venti donne presenti, gli strumenti e le competenze necessarie per poter diventare volontarie dell'Associazione che da più di un decennio aiuta e supporta donne vittime di violenza.
Cosa intendiamo per violenza al femminile? "Qualsiasi atto per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata." (risoluzione ONU 48/104 del 20 dicembre 1998).
Gli interventi, arricchiti da filmati e da momenti di condivisione, trattano le varie fasi della violenza, le strategie messe in atto e i disturbi emotivi più ricorrenti.
Per sopravvivere in certi contesti occorre modificare il modo di percepire il mondo circostante e auto-convincersi di vivere in una situazione "normale".
Apatia, disturbi alimentari, instabilità emotiva, ansia, panico, vergogna, solitudine, ritiro emotivo, congelamento dei sentimenti sono alcune delle conseguenze a cui vanno incontro le donne che vivono situazioni prolungate di disagio.
Le donne hanno difficoltà a chiedere aiuto, a denunciare perché è difficile riconoscere la violenza familiare ed interrompere le relazioni violente. È doloroso riconoscere come colpevole colui che ami, alla sofferenza ci si abitua e la donna spesso si assume la responsabilità di ciò che sta vivendo.
Potere e controllo sono gli obiettivi degli uomini violenti. Minimizzano le loro azioni, trovano giustificazioni esterne, giustificano la propria ira colpevolizzando la parte lesa. Sono spesso uomini dalla doppia personalità: violenti in famiglia e persone civili sul lavoro o con gli estranei, che confondono l'amore con il possesso. Debolezza, fragilità, angoscia dell'abbandono sono alla base di molti atti violenti.
Il compito delle volontarie non è cosa da poco: empatia, comprensione, sospensione del giudizio sono alla base di un ascolto attivo che permette di instaurare un dialogo in cui la donna che chiede aiuto diventi la vera protagonista, mettendo a fuoco i suoi reali bisogni e le esigenze del momento.
La volontaria deve avere a disposizione un bagaglio di "strumenti" necessari per poter aiutare la donna in difficoltà, ma nello stesso tempo deve tutelarsi per non essere travolta emotivamente e muoversi nel rispetto di regole codificate.
Al termine della prima giornata tante le informazioni ricevute, maggior chiarezza sui problemi trattati, ma anche nuovi dubbi, timori, certamente molti spunti su cui riflettere e poter rispondere alla domanda: "Perché voglio essere una volontaria di Mai + sole?"
(da Insonnia mensile di Racconigi, marzo 2020, pag. 1, 3 - contatti@insonniaracconigi.it)