venerdì 10 giugno 2022

RIMOZIONE

Evelina Santangelo 

L'Espresso 5/6

Lettere luterane Pier paolo Pasolini.
"La parola cultura non indica soltanto la cultura specifica, d'élite di classe: indica anche e prima di tutto… Il sapere e il modo di essere di un paese nel suo insieme, ossia la qualità storica di un popolo, con l'infinita serie di norme  spesso non scritte e spesso addirittura inconsapevoli che determinano la sua visione della realtà e regolano il suo comportamento".
E noi viviamo in un paese che ha sempre conosciuto due tensioni contrapposte. Da un lato un sistema di potentati cinici e perversi su cui sono gravate colpe occulte: potenti di Stato e di mafia artefici di trame talmente indicibili da far latitare la verità su troppe stragi, insabbiate e corrotte.
Dall'altra, però il nostro paese ha conosciuto una tensione etico-istituzionale che ha comportato gesti ben aldilà del rispetto delle istituzioni: sacrifici estremi fondati su uno spirito di abnegazione. Quando l'etica esige dei costi così alti vuol dire che  un paese non gode di buona salute. E lo dico con lo stesso spirito con cui Pasolini invitava alla critica totale, al rifiuto, alla denuncia disperata e inutile.
Perché sembra inutile la dedizione di chi ha sempre voluto credere nelle istituzioni, qualsiasi fosse il posto nella società, dinanzi a quel che sta succedendo oggi in Sicilia, a Palermo, durante la campagna elettorale dove è in corso un processo di rimozione spaventoso. Rimozione di macerie, voragini stragiste, rimozione di impulsi, idee e ricordi che sarebbero altrimenti fonte di angoscia o di senso di colpa.
Non si spiega altrimenti l'accettazione da parte di una buona parte del paese di tutti quegli atti dispregio e di cinismo politico che chiamano in causa e scuotono i valori della nostra comunità nazionale.
Quella qualità storica di un popolo intero di cui parlava Pasolini.