lunedì 15 agosto 2022

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(continua Tolmino Mazzinelli, "Dogma e sviluppo della teologia")


L'Autore si pone qui il problema dello sviluppo della teologia e dei cambiamenti che vi avvengono. Le domande riguardano i cambiamenti anche nella dottrina, e precisamente:

1) L'evoluzione va sempre nella medesima direzione, o vi sono cambiamenti che sono in contraddizione con le posizioni precedenti?

2) Quali sono i criteri per operare simili cambiamenti?

3) Chi è autorizzato a farli?

4) Su che cosa avvengono?

5) Come sono preparate le chiese locali ad accogliere i cambiamenti della Chiesa universale?

6) Come convincere noi stessi e gli altri che abbiamo sempre mantenuto gli stessi punti di vista e non abbiamo piuttosto cambiato il nostro pensiero per motivi che non sono di fede e di teologia?

7) Non avviene forse che talvolta i cambiamenti nella pratica precedono i cambiamenti nel pensiero e nella dottrina?

Prendiamo l'esempio della libertà religiosa. Essa fu condannata da Gregorio XVI, Pio IX e Leone XIII. La democrazia e la libertà anche nella società civile furono osteggiate, perché l'autorità viene da Dio e non dal popolo. Così furono osteggiate le richieste socialiste di riforme sociali fino alla storica enciclica di Leone XIII sulla condizione della classe operaia, del resto minimizzata per parecchie decadi.

 

Col Vaticano II la teologia ha fatto enormi progressi e sono nate, o si sono affermate, tendenze innovatrici che erano già nell'aria, benché in sordina. A ciò contribuirono i nuovi studi sulla interpretazione della Bibbia e sull'ermeneutica da un lato e dall'altro l'influenza dell'illuminismo e delle tendenze innovatrici in campo scientifico, antropologico, filosofico e psicologico.

Si facevano sentire le voci di Darwin, Marx e Freud. La coscienza degli orrori dei totalitarismi, delle disuguaglianze tra bianchi e neri, tra Nord e Sud, tra uomini e donne davano origine a nuove teologie, come la teologia politica di Metz in Occidente, la teologia nera in Africa e U.S.A., la teologia della liberazione nell'America Latina, la teologia femminista in ogni parte del pianeta contro una teologia dominata dall'elemento maschile.

In tutte queste teologie ha luogo un processo di decostruzione e ricostruzione teologica che include:

1. Una riflessione da parte delle vittime della società che viene alla luce dall'esperienza viva di oppressione e marginalizzazione.

2. Ne consegue un ripensamento critico della interpretazione della Bibbia e della tradizione, vista come di fatto alleata con la discriminazione di razza, genere, classi sociali e di religione.

3. Dall'esperienza di questi differenti gruppi viene fuori un'analisi dei modelli di dottrine e autorità nella Chiesa basati sul genere, razza, classe e anche casta.

4. I problemi emergenti in questo processo includono la comprensione della condizione umana, del peccato originale, la natura del processo redentivo, il ruolo di Gesù Cristo e della Chiesa nella salvezza umana.

5. Questo ripensamento include anche una rivoluzione nella formazione del clero e della leadership della Chiesa. Tradizionalmente la formazione nei seminari era servita allo scopo della continuità dello status quo nella Chiesa e nella società.

6. La comprensione e la pratica della spiritualità nella Chiesa non hanno contribuito a cambiare la discriminazione; questo approccio è stato favorito da una prospettiva angusta, individualistica della salvezza dell'anima. Questa prospettiva è stata sostituita da un'altra più ampia, interpersonale e sociale.

(continua)