Coppie gay, la benedizione ma non il matrimonio
di Iacopo Scaramuzzi
La Repubblica 25/10
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La contrarietà alla benedizione delle coppie gay si scioglie come neve
al sole se si va al fondo della semantica. «Se rimaniamo all’etimologia
di “bene-dire”, pensate che Dio possa mai “dire-male” di due persone che
si vogliono bene?», si domanda il cardinale Jean-Claude Hollerich.
Gesuita come il Papa, il porporato lussemburghese non è uno qualunque:
ai vertici degli organismi di raccordo dei vescovi europei (presidente
della Comece, vicepresidente della Ccee), è relatore generale — colui
che tirerà le fila delle discussioni — del Sinodo globale che Francesco
ha da poco prolungato di un altro anno, fino a ottobre del 2024.
E se già in passato Hollerich ha chiesto di ripensare questioni assodate — il celibato obbligatorio, la formazione dei sacerdoti in seminari, il ruolo delle donne nella Chiesa — ora consegna le sue aperture niente meno che all’ OsservatoreRomano .
E se già in passato Hollerich ha chiesto di ripensare questioni assodate — il celibato obbligatorio, la formazione dei sacerdoti in seminari, il ruolo delle donne nella Chiesa — ora consegna le sue aperture niente meno che all’ OsservatoreRomano .
In un’intervista al direttore Andrea
Monda e al giornalista Roberto Cetera tocca un ampio ventaglio di
questioni, dalla rivoluzione antropologica in corso («La nostra
pastorale parla a un uomo che non esiste più») al rischio che i
populisti falliscano «la sfida del governo», dalla necessità di
testimoniare con credibilità il messaggio evangelico alla Chiesa del
futuro, che in Europa sarà «molto più piccola ma anche più viva».
Il cardinale lussemburghese sa ribaltare le prospettive: «Chi è fuori della Chiesa certe volte capisce il Vangelo meglio di chi ci sta dentro», afferma. Non è progressista, nel senso classico del termine: con il quotidiano della Santa Sede condanna l’eutanasia («Mi ha terrorizzato vedere nei Paese Bassi l’estensione della pratica dell’eutanasia anche ai malati psicologici»), critica la proposta al Parlamento europeo di attribuire all’aborto lo «status di diritto fondamentale», elogia la più controversa delle encicliche di Paolo VI: «Humanae Vitae è un testo meraviglioso. È veramente un peccato che sia passato alla storia solo per il giudizio sugli anticoncezionali».
Sulla morale sessuale, però, ha una posizione molto avanzata. Se i vescovi fiamminghi del Belgio hanno recentemente aperto alla benedizione delle coppie gay, «francamente — chiosa Hollerich — la questione non mi sembra decisiva. Se rimaniamo all’etimologia di “bene—dire”, pensate che Dio possa mai “dire—male” di due persone che si vogliono bene?».
Il cardinale lussemburghese sa ribaltare le prospettive: «Chi è fuori della Chiesa certe volte capisce il Vangelo meglio di chi ci sta dentro», afferma. Non è progressista, nel senso classico del termine: con il quotidiano della Santa Sede condanna l’eutanasia («Mi ha terrorizzato vedere nei Paese Bassi l’estensione della pratica dell’eutanasia anche ai malati psicologici»), critica la proposta al Parlamento europeo di attribuire all’aborto lo «status di diritto fondamentale», elogia la più controversa delle encicliche di Paolo VI: «Humanae Vitae è un testo meraviglioso. È veramente un peccato che sia passato alla storia solo per il giudizio sugli anticoncezionali».
Sulla morale sessuale, però, ha una posizione molto avanzata. Se i vescovi fiamminghi del Belgio hanno recentemente aperto alla benedizione delle coppie gay, «francamente — chiosa Hollerich — la questione non mi sembra decisiva. Se rimaniamo all’etimologia di “bene—dire”, pensate che Dio possa mai “dire—male” di due persone che si vogliono bene?».
Il porporato spiega
che sarebbe più interessante approfondire altre questioni, capire a cosa
è dovuta «la crescita vistosa dell’orientamento omosessuale nella
società» o, tema tabù in molti ambienti ecclesiali, il fatto che «la
percentuale di omosessuali nelle istituzioni ecclesiali è più alta che
nella società civile».
Ma «tanti nostri fratelli e sorelle», puntualizza, «ci dicono che, qualunque sia l’origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto.
Ma «tanti nostri fratelli e sorelle», puntualizza, «ci dicono che, qualunque sia l’origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto.
Non sono “mele
guaste”». Non c’è «lo spazio per un matrimonio sacramentale tra persone
dello stesso sesso», puntualizza Hollerich, «perché non c’è il fine
procreativo che lo caratterizza, ma questo non vuol dire che la loro
relazione affettiva non abbia nessun valore». Il «Regno di Dio», però,
«non è un club esclusivo. Apre le sue porte a tutti, senza esclusioni».