Migranti, l’Italia non aspetta l’Europa “Dopo le feste la stretta anti Ong”
DI ALESSANDRA ZINITI
La Repubblica 17/12
ROMA — «Se ricordassimo che dietro i numeri che freddamente vengono enunciati nelle statistiche sui migranti ci sono bambini, donne, famiglie, sarebbe più semplice farci guidare dal principio di realtà e di solidarietà nell’individuare soluzioni».
Non numeri, dunque, ma
persone da tutelare «con i nostri partner transatlantici e in seno
all’Unione europea», ricorda il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella alla cerimonia di auguri al Corpo diplomatico.
Ma proprio sui numeri, ormai quasi 100.000 sbarchi nel 2022 (come non avveniva da 5 anni) e 105.000 persone nei centri di accoglienza (quasi 30.000 in più rispetto allo scorso anno), si basa la decisione del governo: l’Italia non aspetterà l’Europa per intervenire sulla questione migranti.
Ma proprio sui numeri, ormai quasi 100.000 sbarchi nel 2022 (come non avveniva da 5 anni) e 105.000 persone nei centri di accoglienza (quasi 30.000 in più rispetto allo scorso anno), si basa la decisione del governo: l’Italia non aspetterà l’Europa per intervenire sulla questione migranti.
Il
Consiglio europeo straordinario convocato per l’8 e 9 febbraio a
Bruxelles è troppo lontano.
E così, dopo duemesi di solidarietà a parole
e dichiarate convergenze di intenti che non si sono ancora tradotte in
nulla, l’Italia andrà avanti per la sua strada: quella del muro contro
muro con le Ong ritenute polo di attrazione dei flussi migratori, “taxi
del mare”, complici dei trafficanti, persino «ispirate, su intervento
dei servizi segreti, a creare meccanismi di condizionamento delle
politiche migratorie nel nostro Paese», l’ultima accusa lanciatadal
ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla festa del decennale di
Fratelli d’Italia a Roma.
A gennaio, Piantedosi porterà in Consiglio dei ministri il provvedimento a cui il Viminale lavora da settimane e che sembrava essere stato messo in stand by nei giorni in cui l’Europa ha accolto la richiesta italiana di mettere in cima all’agenda politica la gestione dei flussi migratori.
A gennaio, Piantedosi porterà in Consiglio dei ministri il provvedimento a cui il Viminale lavora da settimane e che sembrava essere stato messo in stand by nei giorni in cui l’Europa ha accolto la richiesta italiana di mettere in cima all’agenda politica la gestione dei flussi migratori.
«Che l’Europa ne sia consapevole
traspare in molte dichiarazioni ufficiali, che poi si traduca in
un’azione coerente, ahimè, è ancora di là da venire», la considerazione
di Piantedosi che pure era tornato a Roma dal vertice dei ministri
dell’Interno del G7 a Wiesbaden e dal consiglio straordinario di
Bruxelles soddisfatto e convinto che la posizione di rigore dell’Italia
avesse costretto l’Europa a cambiare marcia e a condividere in fretta
responsabilità e solidarietà con i Paesi costieri.
Così non è stato e l’Italia dunque si avvia a rendere operativa l’annunciata stretta contro le Ong. Con un provvedimento che non sarà una riedizione del decreto sicurezza ma punterà a depenalizzare le sanzioni nei confronti delle Ong che non dovessero ottemperare a obblighi o divieti imposti alle navi che operano soccorsi nel Mediterraneo. Proprio per evitare i tempi lunghissimi e le battaglie giudiziarie ( che tra l’altro hanno sempre visto soccombere il governo), multe, sequestri e confische delle navi torneranno prerogativa dei prefetti, sanzioni amministrative subito applicabili.
Così non è stato e l’Italia dunque si avvia a rendere operativa l’annunciata stretta contro le Ong. Con un provvedimento che non sarà una riedizione del decreto sicurezza ma punterà a depenalizzare le sanzioni nei confronti delle Ong che non dovessero ottemperare a obblighi o divieti imposti alle navi che operano soccorsi nel Mediterraneo. Proprio per evitare i tempi lunghissimi e le battaglie giudiziarie ( che tra l’altro hanno sempre visto soccombere il governo), multe, sequestri e confische delle navi torneranno prerogativa dei prefetti, sanzioni amministrative subito applicabili.
Per redistribuzioni, rimpatri, quote di ingressi legali,
l’Italia non potrà fare a meno dell’Europa. Con la consapevolezza che al
vertice Ue di febbraio in ballo non ci sarà solo la solidarietà ai
Paesi di primo approdo, ma il rispetto del regolamento di Dublino sui
movimenti secondari che portano nel centronord Europa buona parte dei
migranti che sbarcano in Italia.