Matteo Maria Zuppi: «Siamo sul baratro della guerra totale»
18.02.23 - Bologna - Pressenza
«La pace non è un fatto dei cattolici. Dobbiamo rilanciare il dibattito pubblico, in questo momento storico in cui ci stiamo avvicinando al baratro della guerra totale. Portiamo nei dibattiti e ricordiamo al Governo le conseguenze che l’uso delle armi atomiche potrebbe avere in particolar modo sulle città».
La Rete delle realtà cattoliche ed ecumeniche contro le armi atomiche nei conflitti ha incontrato oggi a Bologna il Presidente della CEI, Matteo Maria Zuppi.
Così i portavoce della rete: «Alle persone che legittimamente chiedono protezione e difesa non possiamo stancarci di proporre soluzioni alternative all’accentuarsi dei conflitti. Sosteniamo la campagna #ItaliaRipensaci, per chiedere al nostro Paese la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.
Non possiamo accettare nemmeno il riferimento ad armi nucleari “tattiche”, quasi fossero un male minore. La riflessione di oggi del Presidente della CEI Matteo Maria Zuppi, che rilancia gli interventi di Papa Francesco, va portata dai cristiani nelle diocesi e in tutte le parrocchie. L’Italia deve avere un ruolo guida sulla politica del disarmo e della costruzione della pace».
Così, durante il dibattito, il Cardinale Matteo Maria Zuppi:
«Se c’è il diritto ad una legittima difesa, va anche considerato legittimo il diritto alla difesa della pace. Per questo Papa Francesco per la prima volta ha condannato moralmente il possesso delle armi nucleari, definendolo immorale. Senza la pace davvero è tutto perduto; la guerra è la madre di tutte la povertà».
«Spolveriamo il passato, perché la rilettura della storia è la più alta consapevolezza nel mondo in cui stiamo vivendo e che viene minacciato».
«Politica e profezia: servono entrambe. Essere nella profezia serve per spingere la politica ad essere all’altezza. Vi ringrazio perché molte delle vostre realtà stanno sul campo. La pace può sembrare da ingenui. Non siamo così stupidi: penso che al contrario anche parlare di disarmo e indicare un grande futuro ci aiuti a misurarci sul contingente».
«Ad un anno dall’inizio della guerra non dimentichiamo che c’è una vittima e un occupante; non facciamo finta che sia tutto uguale. Ma bisogna cercare disperatamente le vie della pace. Bisogna fare uno sforzo gigantesco, contemporaneo alla legittima difesa. Le realtà sovranazionali come l’Onu costituiscono vie per la democrazia e la pace. “Non bisogna permettere – diceva Henry Kissinger – che l’uso di armi nucleari diventi convenzionale, si normalizzi, non solo per il risultato immediato ma per le conseguenze”».
«Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco del 2 ottobre, per non abituarci alla guerra. Diceva: “Il mio appello si rivolge al Presidente della Federazione Russa supplicandolo di fermare questa spirale di violenza e di morte. E faccio altrettanto appello al presidente dell’Ucraina che si apra alle proposte di pace. E aggiungo a responsabili: chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle proprie responsabilità per porre fine alla guerra in corso senza farsi coinvolgere in pericolose escalation».
Aderiscono alla rete: Acli, Azione Cattolica Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi, Fraternità di Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Sermig, Gruppo Abele, Libera, AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), Argomenti 2000, Rondine-Cittadella della Pace, MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Città dell’Uomo, Associazione Teologica Italiana, Coordinamento delle Teologhe Italiane, FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), Centro Internazionale Hélder Câmara, CSI (Centro Sportivo Italiano), La Rosa Bianca, MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani), MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Fondazione Giorgio La Pira, Fondazione Ernesto Balducci, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Fondazione Don Primo Mazzolari, Fondazione Don Lorenzo Milani, Comitato per una Civiltà dell’Amore, Rete Viandanti, Noi Siamo Chiesa, Beati i Costruttori di Pace, Associazione Francescani nel Mondo aps, Comunità Cristiane di Base, Confcooperative, C3dem, MEC (Movimento Ecclesiale Carmelitano), AIDU (Associazione Italiana Docenti Universitari Ca
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Traduzione a cura di Antonella Ippolito (Cdb Pinerolo)
Matteo Maria Zuppi: "Wir stehen am Rande des totalen Krieges".
18.02.23 - Bologna - Pressenza
"Der Frieden ist keine Angelegenheit der Katholiken. In diesem historischen Moment, in dem wir uns dem Abgrund des totalen Krieges nähern, müssen wir die öffentliche Debatte wieder in Gang bringen. Sprechen wir in den Debatten über die Folgen, die der Einsatz von Atomwaffen vor allem für die Städte haben könnte, und erinnern wir die Regierung daran“.
Das Netzwerk der katholischen und ökumenischen Realitäten gegen die Nutzung von Atomwaffen in Konflikten hat sich heute in Bologna mit dem Präsidenten der italienischen Bischofskonferenz, Matteo Maria Kard. Zuppi, getroffen.
Hier die Worte der Sprecher des Netzwerks: "Wir können nicht müde werden, den Menschen, die zu Recht um Schutz und Verteidigung bitten, alternative Lösungen zur Eskalation von Konflikten vorzuschlagen. Wir unterstützen die Kampagne #ItaliaRipensaci, um unser Land dazu aufzufordern, den Vertrag über das Verbot von Atomwaffen zu unterzeichnen. Den Verweis auf "taktische" Atomwaffen akzeptieren, als ob sie das geringere Übel wären, können wir ebenso nicht akzeptieren. Die heutigen Überlegungen des Vorsitzenden der italienischen Bischofskonferenz, Matteo Maria Kard. Zuppi, der die Aussagen von Papst Franziskus wieder aufgreift, müssen von den Christen in den Diözesen und in allen Pfarrgemeinden verbreitet werden. Italien muss eine führende Rolle in der Politik der Abrüstung und der Friedenskonsolidierung spielen".
So äußerte sich Kardinal Zuppi in der Debatte:
"Wenn es ein Recht auf legitime Verteidigung gibt, muss auch das Recht auf die Verteidigung des Friedens als legitim angesehen werden. Aus diesem Grund hat Papst Franziskus zum ersten Mal den Besitz von Atomwaffen moralisch verurteilt und diesen als unmoralisch bezeichnet. Ohne Frieden ist in der Tat alles verloren; der Krieg ist die Mutter aller Armut".
"Entstauben wir die Vergangenheit, denn das Wiederlesen der Geschichte ist die höchste Form des Bewusstseins in der Welt, in der wir leben und die nun bedroht ist".
"Politik und Prophetie: beides wird gebraucht. In der Prophetie zu sein dient dazu, die Politik zu drängen, der Situation gerecht zu werden. Ich danke Euch, weil viele eurer Realitäten vor Ort sind. Der Frieden mag eine Vorstellung für naive Menschen erscheinen. Wir sind nicht so dumm: Ich denke, dass es uns im Gegenteil hilft, uns an den Eventualitäten zu messen, wenn wir auch von Abrüstung sprechen und auf eine große Zukunft hinweisen.“
"Ein Jahr nach dem Anfang des Krieges dürfen wir zwar nicht vergessen, dass es ein Opfer und einen Besatzer gibt; wir dürfen nicht so tun, als sei alles gleich. Aber wir müssen verzweifelt nach Wegen zum Frieden suchen. Zeitgleich mit der Selbstverteidigung muss eine gigantische Anstrengung unternommen werden. Supranationale Realitäten wie die UNO stellen Wege zu Demokratie und Frieden dar. „Wir dürfen nicht zulassen“, sagte Henry Kissinger, "dass der Einsatz von Atomwaffen konventionell wird, dass er sich normalisiert, nicht nur wegen des unmittelbaren Ergebnisses, sondern wegen der Folgen“.
Machen wir uns den Appell von Papst Franziskus vom 2. Oktober zu eigen, um uns nicht an den Krieg zu gewöhnen. Er sagte: "Mein Appell richtet sich an den Präsidenten der Russischen Föderation und bittet ihn, diese Spirale von Gewalt und Tod zu stoppen. Und ich appelliere auch an den Präsidenten der Ukraine, offen für Friedensvorschläge zu sein. Und zusätzlich dazu appelliere ich an die Verantwortlichen: Ich bitte sie nachdrücklich, alles in ihrer Verantwortung Stehende zu tun, um den laufenden Krieg zu beenden, ohne sich auf gefährliche Eskalationen einzulassen"