giovedì 9 febbraio 2023

Solo armi

 

Biden, di nuovo in mano ai falchi, ha ignorato gli inviti alla prudenza del Pentagono e del generale Milley (anche lì le teste più lucide sono i militari) e annunciato l'invio di 21 Abrams per piegare Berlino, salvo poi precisare che – pur avendone migliaia in giro – quei 21 tank gli Usa devono ancora costruirli. Invece i Leopard tedeschi arrivano a marzo.

   Quando si scoprirà che non bastano neppure quelli, l'escalation salirà ancora. Fino all'invio di truppe, che poi è l'unica mossa in grado di fare la differenza sul campo, dove la controffensiva ucraina s'è fermata e si attende quella russa. Sarebbe l'ufficializzazione della terza guerra mondiale che, nella dottrina militare di Mosca (ma anche della Nato), prevede l'atomica tattica. Qua e là, nei talk, le Sturmtruppen da divano già ne parlano: "Eh certo, se ci verrà chiesto anche questo sacrificio, dovremo pensarci...". Non sanno, gli idioti, che una guerra atomica non ti dà neppure il tempo di telefonargli, alle truppe. Ma a questo siamo. Giorgia Meloni l'aveva detto il 26 ottobre alla Camera in un passaggio, da tutti sottovalutato, della sua replica prima della fiducia: "A una pace giusta non si arriva sventolando bandiere arcobaleno nelle manifestazioni... L'unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo". Quindi, siccome la Russia possiede 5.977 testate nucleari e l'ucraina zero, per garantire "l'equilibrio delle forze in campo" invieremo a Kiev anche 5.977 testate nucleari e fino ad allora non sosterremo alcun negoziato? In attesa di risposte, è l'ora di tornare in piazza a sventolare bandiere arcobaleno: l'unica arma che abbiamo contro questa banda di squilibrati.

 

Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 27/01/2023