Sinodo, vescovi a servizio dell'unità
Avvenire - 31/01/2023
Alla vigilia delle Assemblee continentali, il richiamo al ruolo essenziale che devono svolgere i pastori.
Vi sono <<alcuni che presumono di sapere già ora quali saranno le conclusioni dell'Assemblea sinodale>>, altri invece <<vorrebbero imporre al Sinodo un'agenda, con l'intento di orientare la discussione e condizionarne i risultati>>.
Ma L'approccio dev'essere diverso e per spiegarlo, in particolare quale
dev'essere il ruolo dei vescovi in questa fase - la celebrazione delle
Assemblee continentali - i due massimi responsabili del cammino sinodale
che coinvolge la Chiesa universale - il segretario generale, il
cardinale maltese Mario Grech, e il relatore generale, il cardinale
arcivescovo del Lussemburgo Jean Claude Hollerich - hanno scritto una
lettera indirizzata appunto a tutti i vescovi diocesani e ai vescovi
eparchiali delle Chiese orientali.
<<Che
nella prima fase di ascolto - scrivono i due porporati,
riferendosi implicitamente a una serie di critiche ricevute negli ultimi
mesi - i confini del tema [del Sinodo] non siano stati così definiti si
può capire, anche per la novità del metodo e per la fatica a
comprendere e riconoscere che l'intero "Popolo santo di Dio partecipa
pure dell'ufficio profetico di Cristo" (Lg 12). Ma questa incertezza è diminuita nei passi successivi>>.
<<Più
cresceremo in uno stile sinodale di Chiesa - si legge sempre nella
missiva - più tutti noi membri del Popolo di Dio, fedeli e Pastori,
impareremo a sentire cum Ecclesia nella fedeltà alla Parola di
Dio e alla Tradizione. D'altra parte, come potremmo affrontare questioni
puntuali, spesso divisive, senza prima aver risposto alla grande
questione che interroga la Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II:
"Chiesa, cosa dici di te stessa?". Il lungo cammino di ricezione del
Concilio ci porta a dire che la risposta sta nella Chiesa
"costitutivamente sinodale", dove tutti sono chiamati ad esercitare il
proprio carisma ecclesiale in vista dello svolgimento della comune
missione di evangelizzazione>>.
Così, <<in
forza della sua partecipazione alla funzione profetica di Cristo, il
Popolo santo di Dio è il soggetto del processo sinodale attraverso la
consultazione che ogni vescovo realizza nella sua Chiesa: in questo
modo, infatti, si può realmente ascoltare "la totalità dei fedeli [che],
avendo l'unzione che viene dal Santo (cfr 1Gv 2,20-27), non può sbagliarsi nel credere" (Lg 12)>>.
<<Già
in questa prima fase del processo sinodale - continuano Grech e
Hollerich - abbiamo potuto vedere come ciascuno abbia svolto la propria
parte, nel rispetto del ruolo e del contributo degli altri. Si tratta di
proseguire per questa via, non scambiando la sinodalità per un metodo
soltanto, ma assumendola come forma della Chiesa e stile
dell'adempimento della comune missione di evangelizzazione. Il ministero
dei Pastori diventa così ancora più determinante per il cammino del
Popolo santo di Dio>>.
Infine, <<la
partecipazione al processo sinodale ci permetterà di rinforzare quella
unione collegiale che "appare anche nelle mutue relazioni dei singoli
vescovi con Chiese particolari e con la Chiesa universale" (Lg
23). Se è vero che tutti i vescovi "reggendo bene la propria Chiesa come
una porzione della Chiesa universale, contribuiscono essi stessi
efficacemente al bene di tutto il corpo mistico, che è pure il corpo
delle Chiese" (Lg 23), è anche vero che siamo chiamati, tutti insieme cum et sub Petro, a rappresentare "la Chiesa universale in un vincolo di pace, di amore e di unità (Lg 23)>>.
(Red.Cath.)