ADISTA - 22 luglio 2023
Teoria e prassi dell’amicizia liberatrice:
il magistero di strada di Gerard Lutte
di Valerio Gigante
ROMA-ADISTA. Con Gérard Lutte, morto a Roma il 10 luglio scorso all’età di 94 anni, se ne va uno dei più autorevoli rappresentanti di quella parte di mondo ecclesiale che aveva scelto di coniugare impegno intellettuale e accademico, ricerca e militanza politica. Nel segno del vangelo e della giustizia sociale.
Nato a Genappe, in Belgio, l’8 marzo del 1929 Gérard Emmanuel Lutte venne ordinato prete salesiano il 24 maggio 1957. Studiò Teologia presso l’Università Salesiana di Torino e tra il 1958 e il 1959, concluse gli studi di Pedagogia, specializzandosi in Psicologia presso l’Ateneo Salesiano di Roma.
Lì insegnò dal 1959 al 1968; poi divenne
professore ordinario di psicologia dell’età evolutiva dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove restò fino alla pensione. Successivamente, e fino ai 90 anni (2019), ha insegnato all’Istituto di Ricerca e Formazione “Progetto Uomo” (IPU), nato per dare una formazione
anche accademica a chi lavora nella Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT).
Ma più che per i meriti accademici, comunque rilevanti, Lutte è ricordato per il suo impegno a fianco dei diseredati e degli oppressi di tutto il mondo. Il suo nome è fortemente legato a quello di altri preti salesiani che, negli anni del Concilio, scelsero con radicalità la causa
Ma più che per i meriti accademici, comunque rilevanti, Lutte è ricordato per il suo impegno a fianco dei diseredati e degli oppressi di tutto il mondo. Il suo nome è fortemente legato a quello di altri preti salesiani che, negli anni del Concilio, scelsero con radicalità la causa
degli oppressi, subendo per questo il progressivo ostracismo da parte della loro congregazione e del Vaticano. Era salesiano Giulio Girardi che all’Ateneo omonimo di Roma era arrivato nel 1960 e che al Concilio era stato nominato perito per le problematiche dell’ateismo contemporaneo (importantissimo fu il suo contributo alla stesura dello
Schema XIII, che diede vita alla Costituzione pastorale Gaudium et Spes).
All’interno della comunità salesiana in quegli anni Girardi era legato da rapporti di amicizia e intensa
collaborazione con alcuni confratelli, tra i quali José Ramos Regidor, Bruno Bellerate (l’amico che lo ha assistito negli ultimi anni della sua malattia), Giancarlo Milanesi, Manolo Gutiérrez e, appunto, Gerard Lutte. Insieme, cercavano di elaborare una pastorale e una pedagogia scientifica, moderna, dinamica; ispirata a don Bosco, ma radicata nella
realtà delle periferie della società postindustriale. Un gruppo dinamico che produceva documenti teologici, pedagogici ed ecclesiali assai originali e che contestava i paludati vertici
della congregazione e dell’istituzione clericale, lontani dalle istanze degli oppressi.
Lo chiamavano il “gruppo dei manco venti”, per l’esiguo numero delle firme in calce ai loro documenti (del gruppo faceva parte anche Tarcisio Bertone, poi arcivescovo di Genova e infine segretario di Stato dal 2006 al 2012). A questo gruppo il superiore generale dei
salesiani intimò di non scrivere e non diffondere più documenti.
Nel 1966, intanto, Gerard Lutte, entrava in contatto con i baraccati della borgata di Pratorotondo, a ridosso di via dei Prati Fiscali (periferia nord-est di Roma). Un migliaio di persone, per lo più assiepate in baracche di legno e cartone (senza acqua, luce, fogne), immigrate dall’Abruzzo e da altre regioni meridionali, con cui Lutte inizia a celebrare l’eucarestia domenicale, denunciandone le misere condizioni di vita cui, a suo avviso, né la Chiesa né i
Salesiani, partecipi della speculazione edilizia, potevano ritenersi esenti da responsabilità.
Infine, Lutte scelse di andare a vivere con loro, in una baracca a poche decine di metri dall’Ateneo Salesiano. Girardi, con Bellerate e Milanesi, sostenne la scelta di Lutte e partecipò
attivamente a quell’esperienza. Il modello, come nella più celebre esperienza di Roberto Sardelli all’Acquedotto Felice, è quello della scuola-comunità di don Milani, incarnato però nella difficile realtà delle periferie romane: baraccati, operai, intellettuali e studenti che volevano realizzare un luogo di confronto e crescita della coscienza politica per conquistare i diritti fondamentali alla casa, all’istruzione, alla salute, al lavoro.
Espulso, sospeso a divinis ma indefesso
Nel 1969, i salesiani decisero di espellere dalla Pontificia Università Salesiana sia Lutte che Girardi, insieme a José Ramos Regidor. Nel 1971 Lutte venne anche sospeso a divinis, cioè gli fu impedito di celebrare i sacramenti e predicare. I baraccati di Pratorotondo ottenevano
Nel 1969, i salesiani decisero di espellere dalla Pontificia Università Salesiana sia Lutte che Girardi, insieme a José Ramos Regidor. Nel 1971 Lutte venne anche sospeso a divinis, cioè gli fu impedito di celebrare i sacramenti e predicare. I baraccati di Pratorotondo ottenevano
però proprio in quel 1971 una casa popolare alla Magliana. Lutte li seguì e alla Magliana diede vita al Circolo di cultura proletaria. Lutte, Giradi e Bellerate ipotizzarono a più riprese l’intenzione di formare una comunità in un quartiere popolare di Roma (pensavano in particolare proprio alla
Magliana) in cui avrebbero realizzato attività culturali, sociali e politiche. L’insegnamento universitario, i viaggi, l’impegno politico, ma soprattutto i problemi economici non consentiranno
loro di realizzare questo progetto. Iniziava infatti in quegli anni una intensa stagione di lotte sociali e politiche.
Nel 1972, a Santiago del Cile, nascevano intanto i Cristiani per il Socialismo.
Girardi venne invitato al congresso fondativo e gettò le basi teoriche del movimento: Lutte vi aderì, così come Regidor, favorendone la diffusione in Europa e in Italia (il primo Convegno
Nazionale si tenne a Bologna, nel settembre 1973, proprio nei giorni del golpe cileno).
Il “suo” Guatemala, un’intuizione
Lutte ottenne la cattedra di Psicologia dell’Età evolutiva alla “Sapienza” (ma insegnò anche Psicologia dello Sviluppo Umano e Psicologia sociale), contribuendo alla formazione di migliaia
Il “suo” Guatemala, un’intuizione
Lutte ottenne la cattedra di Psicologia dell’Età evolutiva alla “Sapienza” (ma insegnò anche Psicologia dello Sviluppo Umano e Psicologia sociale), contribuendo alla formazione di migliaia
di giovani, cui insegnava a coniugare il lavoro teorico con la ricerca sul campo, l’impegno intellettuale con quello per la formazione delle coscienze e la trasformazione della società.
L’impegno nei confronti dell’America Latina aumentò negli anni della rivoluzione del Nicaragua (1979) e poi in anni successivi nell’attenzione alla realtà delle ragazze e dei ragazzi di strada
del Guatemala, uno dei Paesi più violenti al mondo, con assassinii, violenze, stupri, estorsioni, corruzione endemica. Nel 1993 Lutte fondò il MoJoCa (Movimiento Jovenes de la Calle, ossia
“Movimento dei giovani di strada”): un movimento autogestito, in cui gli adulti sono consiglieri tecnici, ma le decisioni sono prese dalle ragazze e dai ragazzi di strada, riuniti in collettivi, durante l’assemblea generale, oltre che dal comitato di gestione, che è composto da un rappresentante di ogni collettivo e da una presidente, eletto dalla assemblea. Alla base di questa intuizione l’dea, sviluppata in molti suoi scritti, che l’amicizia svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’identità adolescenziale, per la presa di coscienza individuale e collettiva, per la dimensione sociale e politica. La definiva “amicizia liberatrice” e la rese il cardine della sua
pedagogia degli oppressi. Lutte promosse gruppi di sostegno in Italia e Belgio e altri Paesi, come rete di amicizia delle ragazze e dei ragazzi di strada (“Amistrada”), per aiutare non solo finanziariamente, ma anche attraverso l’invio di giovani, le attività di Mojoca. Si trattava di studenti, studentesse (molti laureandi della Sapienza, ma anche giovani delle Comunità Cristiane di Base, altermondialisti e militanti politici), che partivano per il Guatemala per periodi di stage, tirocinii, viaggi di studio e lavoro, volontariato internazionale, ecc.
In Guatemale il Mojoca è costituito da collettivi di ragazze e ragazzi (in tutto diverse centinaia di giovani) che svolgono attività legate alla salute, alla difesa contro la violenza, alla soluzione dei conflitti interni, all’alfabetizzazione, alle attività ricreative e formative. All’interno di questo percorso,
alcuni decidono d’iniziare un processo educativo per uscire dalla strada. Poi, se vogliono, passano alla seconda tappa, quella di avviamento al lavoro e la frequenza alla scuola e dell’università.
La terza tappa è l’inserimento nella società, con il sostegno, a volte anche economico, del movimento, all’interno del quale sono presenti anche servizi come il sostegno psicologico e giuridico,
oltre che laboratori di sartoria, di pasticceria, di panetteria, di caffetteria e di pizzeria.
Alternando per molti anni periodi di permanenza in Guatemala e in Italia (con qualche tappa anche in Belgio, dove aveva il fratello e i familiari, oltre che gruppi di supporto ai giovani del Guatemale), anche quando ha diradato i suoi viaggi in America Latina, Lutte ha continuato a spostarsi e a partecipare a iniziative di solidarietà in Italia fino agli ultimi giorni di vita. Fermamente contrario alla guerra in Ucrai na, Gérard partecipò anche alla fiaccolata per la pace organizzata da Rifondazione
Alternando per molti anni periodi di permanenza in Guatemala e in Italia (con qualche tappa anche in Belgio, dove aveva il fratello e i familiari, oltre che gruppi di supporto ai giovani del Guatemale), anche quando ha diradato i suoi viaggi in America Latina, Lutte ha continuato a spostarsi e a partecipare a iniziative di solidarietà in Italia fino agli ultimi giorni di vita. Fermamente contrario alla guerra in Ucrai na, Gérard partecipò anche alla fiaccolata per la pace organizzata da Rifondazione
e Unione Popolare nel settembre 2022 davanti a Castel S. Angelo, a Roma, intervenendo anche dal palco improvvisato, assieme a Raniero La Valle e Raul Mordenti. Molti anche i suoi libri. Tra questi vanno almeno ricordati Psicologia degli adolescenti e dei giovani (Bologna, il Mulino, 1987),
Sopprimere l’adolescenza? I giovani nella società post-industriale (Torino, Ed. Gruppo Abele, 1984), Dalla religione al Vangelo: i giovani rivoluzionari in Nicaragua (Roma, Kappa, 1988).