OGNI BANCARELLA O VENDE O CHIUDE
di Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo
Oggi è stata una giornata importante. Ho incontrato i responsabili delle religioni diffuse in Italia. Un evento storico. È la prima volta che la Commissione per l'Ecumenismo e il Dialogo incontra tutte le religioni. Il dialogo è stato intenso, sincero. Molti erano italiani. Noi siamo soliti abbinare l'Islam, il Buddismo o l'Induismo a persone provenienti dal Marocco o dall'India o da altre parti del mondo. Invece molti sono italiani, figli di italiani. Alcuni di loro Battezzati e Cresimati. Questo fatto ha suscitato in me molte domande: "Come mai il cristianesimo non attrae più?", "Che cosa allontana le persone dalla nostra Chiesa?" "Che cosa attrae chi sceglie altre religioni?". Domande belle, che stimolano uno sguardo nuovo sulla
realtà. Per secoli, in Italia, coloro che nascevano venivano portati in Chiesa e si avviavano a diventare Cristiani. Il nostro compito era vigilare sul loro cammino, specialmente controllare la loro condotta morale. Nelle prediche ricorreva spesso l'imperativo "Dovete!": "Dovete venire a messa, dovete rispettare il riposo della domenica, dovete mettere in pratica i precetti...". La fede era data per scontata. La passavano i genitori, i nonni, il paese, la società. La fede si succhiava con il latte materno. L'appartenenza alla comunità cristiana era quasi automatica. In pochi decenni è cambiato tutto. Ciò che era ovvio è diventato "strano". O meglio, ciò che era ovvio oggi va scelto. La fede va scelta, l'appartenenza va scelta. Così il matrimonio in Chiesa va scelto, il funerale in Chiesa va scelto. Anzi il tipo di fede va scelto. Tutto questo è una sfida per la Chiesa. Al "mercato" delle fedi veniamo sfidati" ogni giorno. La nostra "bancarella' non ha più nessun privilegio, nessun monopolio. O vende o chiude. Come tutte le bancarelle del mondo. Una vera sfida che dobbiamo leggere come meravigliosa opportunità. La bancarella ha un prodotto eccellente, anzi eccezionale. Ma spesso è impolverato o mal confezionato. La gente passa e non vede più la bellezza del prodotto. Per questo dobbiamo pulire, togliere la polvere, trovare nuove modalità di presentazione, cambiare i cartelli pubblicitari, migliorare la gentilezza dei commessi. Abbiamo confuso la bancarella con il prodotto. Ci siamo affezionati troppo alla bancarella, al punto che ogni ritocco ci spaventa. A volte abbiamo più paura di perdere la bancarella che non il prodotto. Dimenticando che la cosa eccezionale è il prodotto, non la bancarella. Dimenticando che la cosa eccezionale è Gesù Cristo, non la Chiesa. Questa è "solo" la bancarella. Vive della sua Presenza. E deve essere disposta a cambiare, addirittura a morire (vedi i martiri), per testimoniare Lui. Libera proprio perché serva dell'Unico Signore. Libera perché non appoggiata su se stessa. Sa di essere solo una bancarella. Ma proprio per questo "disponibile a tutto" purché il suo prodotto emerga, bello e attraente. Capace ancora oggi di attrarre gli occhi e il cuore dei passanti. In questa luce torno a casa davvero contento. Ogni giorno che verrà lo voglio dedicare a "rimettere in sesto" la bancarella. Voglio spendermi per aiutare me stesso e chi sta attorno a me a riscoprire la bellezza entusiasmante del nostro "prodotto".
L'Eco del Chisone, 5 luglio