Per un turismo più misurato
Nel 2021 in Spagna, nella timida ripresa del turismo dopo le
restrizioni dovute alla pandemia, le isole Baleari avevano riabbracciato
entusiasticamente i vacanzieri. Tre anni dopo Maiorca e Ibiza affrontano una
nuova crisi, meno drammatica ma in via di peggioramento. La settimana scorsa,
all'inizio della stagione turistica, diecimila persone hanno manifestato a
Palma di Maiorca contro il numero eccessivo di visitatori, che secondo loro ha
reso la città invivibile. Le proteste potrebbero proseguire tutta l'estate.
Nel resto dell'arcipelago i problemi sono simili: gli affitti
alle stelle e quelli in stile Airbnb, spesso irregolari, allontanano i
residenti più poveri dalle loro comunità. Nei periodi di punta il
sovraffollamento raggiunge livelli ingestibili, mentre risorse
come l'acqua sono sfruttate eccessivamente.
Le manifestazioni alle Baleari sono l'ennesimo segnale che serve
un'inversione di rotta, verso una maggiore sostenibilità. Da Bruges a Barcellona,
le ricadute ambientali e sociali del turismo sono un problema che le autorità
cominciano, giustamente, ad affrontare. La tassa d'ingresso per i visitatori
giornalieri a Venezia ha suscitato molte critiche. Ma ai 50mila residenti
veneziani serve un piano per regolare i flussi di visitatori e finanziare il
mantenimento delle infrastrutture e del patrimonio culturale.
Oggi Amsterdam impone la tassa turistica più alta d'Europa e sta
sperimentando nuovi modi per scoraggiare il turismo sfrenato che secondo gli
abitanti ha cambiato il volto della città. Più in generale, nei centri dove gli
investimenti stranieri nel mercato immobiliare e gli affitti a breve termine
hanno allontanato i residenti, serve una strategia per trovare un equilibrio
tra i benefici del turismo e le priorità delle comunità locali. Alle ultime
manifestazioni di Maiorca si è visto uno striscione: “Turismo sì, ma non così".
Questo messaggio va rispettato e ascoltato dalle amministrazioni locali.
The Guardian, Regno Unito
(da “Internazionale” del 7giugno 2024)