Nelle carceri si muore sempre di più
Altri due
detenuti si sono tolti la vita Gli avvocati: "fermare i suicidi in
cella"
Nelle carceri italiane si muore sempre di più. A Palermo, all'Ucciardone, un
detenuto, attaccato all'ossigeno, è morto per un attacco di cuore nonostante
l'intervento del personale medico. A Varese si è suicidato un detenuto, 57
anni, tossicodipendente. Ad Augusta, in Sicilia, è deceduto un altro detenuto,
67 anni, da dicembre in sciopero della fame e della sete. Sono 55 i detenuti
morti suicidi quest'anno. Ma potrebbero essere di più, perché molte morti
sospette non sono state classificate come suicidi.
Le Camere penali stanno organizzando in ogni capoluogo di provincia delle
maratone oratorie dal titolo "Fermare i suicidi in carcere. Diamo voce a
tutti coloro che non possono parlare. Non c'è più tempo". Secondo il
rappresentante del Consiglio nazionale forense, Leonardo Arrau, «La nuova
disciplina, quando entrerà a regime, faciliterà sicuramente la durata delle
decisioni della magistratura di Sorveglianza». Ma per «l'attuale situazione
emergenziale, non c'è dubbio che la liberazione anticipata speciale, come da
proposta di legge Giachetti, merita attenzione da parte di tutto il
Parlamento». Per il segretario del Sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di
Giacomo: «le carceri italiane si rivelano peggio di quelle africane, indegne di
uno Stato che si definisca civile. Mai così tante morti, mai tanta indifferenza
da parte di un governo. Le carceri sono destinate a diventare il cimitero dei
fragili".