martedì 27 agosto 2024

Momento di preghiera di oggi, martedì 27 agosto


Buona sera,
ecco la proposta di riflessione che Luigino Zanotto ha preparato per il momento di preghiera di oggi 27 agosto.

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LA STRADA
(Siamo persone in cammino)

Dio con la vita ci dona pure la sua libertà. Libertà che condivide in ciò che per noi è il libero arbitrio che abita la nostra coscienza. Per questo non traccia alcuna strada, le nostre però, sono lontane dalla sua, quanto il cielo dista dalla terra. Tuttavia, accetta quelle che ci scegliamo, per farsi nostro compagno di viaggio percorrendole insieme.

Dio della vita, ogni giorno ci chiami all’esistenza con tutto il creato, a Te il nostro grazie e la nostra lode nel tramonto di questo giorno. Grazie per tutto ciò che da te abbiamo ricevuto. Grazie, perché sai accoglierci, anche stasera, così come siamo, con tutto ciò che di buono e meno buono possiamo offrirti. Come l’aquila, dopo un giorno di volo, conduce i piccoli al nido per il riposo, possiamo noi trovare ristoro per la notte all’ombra delle tue ali.

1) Per noi hai formato i cieli e la terra con tutto ciò che contengono, e ce li hai donati, dove possiamo esperire quotidianamente la nostra eredità, la vita, che tu ci dai. Di una cosa non ti sei preoccupato, di tracciare sulla terra, le strade. Le hai lasciate alla nostra creatività, alla nostra inventiva, perché ognuna e ognuno di noi, in libertà, cercasse di imboccare quella più agibile per sé, che non è sempre quella più facile, ma quella dove riceviamo più forza per affrontare le cose difficili. Lastricandola poi ogni giorno, con le nostre azioni, possa ricondurci a Te.

2) Siamo capaci di progettare strade parallele, strade che convergono incrociandosi o che divergono allontanandosi. Abbiamo inventato anche le autostrade, le super strade per correre più veloci. Ma verso dove? Tutte le strade sono luoghi di incontri, dove vivere e consumare le nostre esperienze, sia nel bene come nel male. Sulle strade però accadono pure molti incidenti, anche mortali. Ci sono strade che percorriamo allegri, festanti, gioiosi, ma anche con fatiche e sofferenze. Non sempre riusciamo a renderle serenamente praticabili. Abbiamo bisogno, o Dio, di una segnaletica che si aggiorni per indicarci giusti e sicuri percorsi, un tuo rinnovato codice della strada.

CAMMINARE CON IL NAZARENO

Dai Vangeli. (Mt. 5, 41) “E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due”.

(Mt. 5, 38-39) “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al maligno; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia desta, tu porgigli anche l’altra”.

(Lc. 24, 32-33) “Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”. E partirono senza indugio”.


Ho estrapolato questi brevi versetti perché mi sembrano capaci di indicare alcuni modi di percorrere la strada per un cammino personale che si può completare nella visione di una vita condivisa.

Si legge che viene chiesto al posto di uno, di percorrere due miglia, cosa può significare? Può significare di non fermarsi al limite per paura, ma andare oltre la paura, senza prevaricare, sapendo dare quel di più, per una vita ricca e sovrabbondante. Saper moltiplicare i talenti. Può essere l’invito o l’aiuto a superare una vita piatta, insipida, insignificante, indifferente, può significare osare come semplici colombe, ma astuti come serpenti, cioè accorti. Poi si legge, se uno ti costringerà, ma in che senso sentirsi costretto? Costretto, può avere due significati. Uno, sentirsi costretto nell’essere resiliente alle avversità, per poter essere libero di scegliere, non mollare, capace di resistere con determinazione, tener duro, perché qualcosa possa cambiare in meglio. L’altro invece, sentirsi costretto nel senso di farsi prossimo per necessità, cioè essere dei samaritani, sentirsi responsabili del vivere quotidiano, nella difesa dei diritti alla vita per tutti. Porgere l’altra guancia, la sinistra, non è masochismo, può significare che, trovandosi sulla stessa strada, si può cambiare verso mantenendo la stessa direzione. Il verso più idoneo, alternativo a quello di destra, che sembrava essere quello più sicuro, ma che si può presentare invece pericoloso o rovinoso. Ecco allora la necessità e il coraggio di indicare un altro verso, un altro cammino, cioè mostrare e far capire che è possibile cambiare migliorando, senza necessariamente l’uso della forza e della violenza.

I discepoli di Emmaus dicendo che cosa avesse infiammato il loro cuore, per poi partire senza indugio verso Gerusalemme, ci suggeriscono, che le parole di Gesù, sarebbero ancora capaci, oggi, se accolte e capite, di infiammare i cuori agli uomini e alle donne del nostro tempo, per un cammino, nello spirito di una nuova Pentecoste, poiché Gesù disse che sarà sempre con noi nelle sue parole che sono spirito e sono vita. La fraternità, praticata sulle strade, dovrebbe essere una grande scuola di virtù, dove, con pazienza, si può cresce in tante virtù e non finire mai. Penso che ciò sia necessario, anzitutto, crescere in prima persona, avere la misura del proprio passo, per poi condividere il cammino quotidiano, lasciando una traccia sicura e accattivante, per chi si vuole serenamente e fiducioso accompagnarsi e non essere tradito.

PREGHIERA DEI VIANDANTI

1) Signore, all’alba della nostra vita
noi sapevamo di appartenere soltanto a te
volevamo camminare con passo deciso verso di te.

2) Non sapevamo che la stella illumina differenti sentieri
non sapevamo che risplende anche in acque stagnanti
non pensavamo che brillasse sui buoni e sui cattivi.

1) Non conoscevamo le vie tortuose e impervie
i vicoli ciechi e i lacci nascosti per farci cadere
le strade impraticabili e i torridi deserti.

2) Non sapevamo di essere solo dei viandanti
dei pellegrini a un tempo itineranti ed erranti
dei nomadi in cerca di terre del cielo.

1) Signore, concedici di partire e trovare sorgenti
di non lasciarci attirare dall’acqua stagnante
di non perdere il gusto dell’acqua di fonte.

2) Resta sempre accanto a noi nel nostro cammino
per sostenerci nella ricerca del tuo volto di luce
per guidarci di notte con il fuoco e di giorno con la brezza.

1) Quelli che si sono smarriti ritornino a te
quelli che non ti hanno conosciuto possano incontrarti
quelli che sono morti si ritrovino in te. (Comunità di Bose)

A TE FRATELLO E SORELLA CHE CAMMINI COME ME SULLA STRADA DELLA VITA
(non solo a parole, ma nel comportamento)

Se tu sapessi chi è Dio, non ruberesti, non saresti invadente, non usurperesti, saresti gentile.

Se tu sapessi chi è Dio, non useresti violenza, non uccideresti, non governeresti come padrone assoluto o come un despota. Nelle tue richieste, nei tuoi bisogni non saresti arrogante, prepotente, non costringeresti, non ti imporresti schiavizzando.

Se tu sapessi chi è Dio, rispetteresti e ameresti l’altro e l’altra, come lo vuoi essere tu. Solo così puoi sapere chi è Dio.

Chi è Dio? E’ l’Amore libero che ama liberando. Solo la libertà dell’uomo ha il potere di trasformare l’amore in odio.

Se tu sapessi chi è Dio, ameresti perché lui ti ama, come sei.

Se tu sapessi chi è Dio, accetteresti di essere amato, perché solo il suo amore ti libera. Allora, fratello e sorella, cerchiamolo insieme questo Dio, perché se ci pensiamo e crediamo di essere noi i padroni del mondo e della vita, solo Lui invece, sa come renderci suoi preziosi collaboratori per vivere in pienezza di vita, moltiplicando i talenti, i pani e i pesci.

Solo tu puoi essere il Dio d’amore, perché ami di un amore libero e liberante.

SYMBOLUM
(Tu sei la mia vita)
Tu sei la mia vita, altro io non ho.
Tu sei la mia strada, la mia verità.
Nella tua parola possa io camminare finché avrò respiro,
fino a quando tu vorrai.
Non avrò paura, sai, se tu sei con me: io ti prego, resta con me.


La mia domanda: perché la Chiesa fa così tanta fatica farsi amare e lascia che l’amore a lei rivolto, prenda altre strade? Forse perché è una casta meretrice? (S. Ambrogio). Forse vuole essere amata secondo le esigenze di una meretrice, per godere delle sue prestazioni, cioè secondo le regole e la dottrina della chiesa stessa che impone. Se casta si riferisce a Dio, meretrice invece, si riferisce a coloro che la compongono e a chi la gestisce. Certamente, l’espressione casta si riferisce alla santità di Dio, al suo Spirito che l’assiste mantenendola pura e “immacolata, come la madre di Dio”, se Dio può avere una madre. Ma meretrice, credo che si riferisca al potere degli uomini che la governano, nel modo in cui lo gestiscono, determinandone poi, anche il valore della sua santità.

Zanotto Luigino per la Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap, 13
Pinerolo - 27 agosto 2024