Nuovo naufragio con 45 morti tra Tunisia e Italia tenuto nascosto dalle autorità.
Casarini (Mediterranea): «Anche questo fa parte
del Piano Mattei del governo Meloni?»
TRAPANI-ADISTA.
«Mi rivolgo al governo italiano, e in particolare al sottosegretario Mantovano:
perché volete tenere nascosta l'ennesima tragedia avvenuta nelle acque che
separano la Tunisia dall'Italia e che dovrebbero essere zone di soccorso per
chi rischia la vita in mare?». È quello che chiede Luca Casarini, capomissione
di Mediterranea, impegnato nella preparazione a Trapani della prossima
imminente missione in mare della Ong.
«Sabato scorso gli operatori Iom, hanno raccolto
la testimonianza di un cittadino gambiano, sbarcato a Lampedusa da una barca
che lo aveva raccolto in mare. Secondo questa segnalazione, rilanciata da
Flavio Di Giacomo, portavoce Iom, una barca con 45 persone, tra cui donne e
bambini, partita martedì 30 luglio dalla Tunisia avrebbe fatto naufragio lungo
la sua rotta verso l'Italia», prosegue Casarini. «Perché questo silenzio?
Perché nessuna attività di ricerca e di soccorso? Chiedo a Mantovano, così
inflessibile nel giudicare male le Ong del soccorso in mare e quella parte
della Chiesa che le sostiene, se questi morti innocenti abbiano una qualche
importanza per lui e per il nostro governo. Oppure l'importante è che non siano
riusciti ad arrivare vivi, come le donne, gli uomini e i bambini che vengono
deportati nel deserto? È questo il "Piano Mattei"? Ai morti in mare,
quelli che si sanno e quelli tenuti nascosti, quanti morti nel deserto tra
Tunisia e Libia, e Tunisia e Algeria, dobbiamo aggiungere?». Conclude il
capomissione di Mediterranea: «Questo non c'è scritto nel cruscotto del
Viminale, che riporta i grandi successi della diminuzione degli sbarchi.
Dovrebbero correggere la dizione, e parlare più correttamente di
"diminuzione dei sopravvissuti"».