La Sicilia assediata dalle fiamme
Nella considerazione del ritorno prepotente della stagione degli incendi
come ogni estate in Sicilia, riprendiamo un ampio stralcio dell’articolo di
Emiliano Farinella dal titolo “15 anni di incendi in Italia e lo strano Caso
Sicilia”, apparso sul sito ‘Liberi oltre le illusioni’, in cui si analizzano i
dati del rapporto sugli incendi nelle aree osservate dai satelliti della rete
Copernicus, pubblicato dall’European State of the Climate 2023. Dalla immagine
di apertura del nostro rimbalzo si può rilevare un quadro disperante che grava
nei territori coinvolti. Infatti nel corsivo introduttivo del parziale pezzo
riproposto si sottolinea che le aree bruciate “rivelano una realtà inquietante:
a parità di fascia climatica, gli incendi seguono bordi amministrativi. Il
confronto tra Portogallo e Spagna, Sicilia e Puglia, Grecia e Turchia mette in
luce che la causa delle fiamme non è puramente meteoclimatica, ma connessa a
diverse pratiche di amministrazione e sfruttamento del territorio. Il problema
degli incendi è quindi un problema causato dall’uomo, e come tale si può
combattere”. Questa osservazione, scrive Farinella, « ci ha spinti a richiedere
a Copernicus i dati italiani degli ultimi 15 anni ». Sostanzialmente dai dati «
emerge un quadro chiaro e preoccupante: la Sicilia, rispetto al resto d’Italia,
brucia di più, più spesso e in tutte le stagioni. Non è solo una questione di
clima, ma di gestione del territorio, di intervento e soprattutto di mancanza
di prevenzione»[accì]
Fenice Verde, una ONG siciliana impegnata nella lotta contro gli incendi
boschivi e nella promozione di pratiche adattamento al cambiamento climatico, è
in prima linea in questa battaglia. Grazie alla loro collaborazione, abbiamo
potuto approfondire lo studio dei dati e scoprire dettagli inquietanti. Uno di
questi è che in Sicilia gli incendi spesso scoppiano la sera, contrariamente a
quanto ci si aspetterebbe dagli incendi accidentali, che solitamente divampano
nelle ore più calde della giornata. Di notte, proprio quando l’intervento scatta
a rilento e il fuoco può propagarsi incontrollato fino all’alba, rendendo
ancora più difficile la gestione delle operazioni di spegnimento.
Questi dati sollevano domande urgenti sulla gestione del territorio e sulle
politiche di prevenzione degli incendi in Sicilia. La lotta contro questo
flagello non può più essere rimandata. È necessario un impegno concertato, non
solo delle istituzioni ma di tutta la comunità, per proteggere il nostro
patrimonio naturale e garantire un futuro sostenibile.
Gli incendi boschivi rappresentano una delle piaghe più devastanti per il
patrimonio naturale della Sicilia, isola meravigliosa ma costantemente
minacciata da questo fenomeno distruttivo. Grazie ai dati forniti dall’European
Forest Fire Information System (EFFIS), che monitora il territorio tramite il
sofisticato sistema satellitare Copernicus, è possibile tracciare un quadro
preciso e dettagliato dell’evoluzione e dell’impatto degli incendi in questa
regione.
Questo lavoro si inserisce nell’ambito dell’analisi degli incendi boschivi in
Sicilia portata avanti da Fenice Verde, una ONG siciliana impegnata nella lotta
contro gli incendi boschivi e nella promozione di pratiche sostenibili per la
salvaguardia del territorio. I dati raccolti coprono il lasso di tempo tra
l’inizio dell’estate 2009 e l’aprile 2024 e offrono una panoramica essenziale
non solo dell’estensione e della frequenza degli incendi, ma anche delle loro
caratteristiche specifiche nel tempo.
È importante sottolineare che i periodi di campionamento differiscono nel
tempo: dal 2009 al 2016 la rilevazione si è concentrata esclusivamente sulla
stagione estiva, il periodo più critico per gli incendi. Dal 2017 in poi,
invece, il monitoraggio è stato esteso a tutto l’anno, consentendo un’analisi
più approfondita e completa di questo fenomeno. Queste informazioni sono
cruciali per comprendere meglio le dinamiche degli incendi e per elaborare
strategie efficaci di prevenzione e intervento, ma prima di addentrarsi
nell’analisi è opportuno sottolineare che i satelliti utilizzati hanno una
risoluzione relativamente limitata, non permettendo di visualizzare gli incendi
più piccoli di 3 ettari, che vista la frattalità dell’ecosistema siciliano sono
ugualmente gravi, perché possono coprire interi ecosistemi, distruggendoli per
sempre. Le analisi che andremo a proporre di seguito, pur nella gravità del
fenomeno che dipingono, si costituiscono come una sottostima del problema
incendi in Sicilia.
15 anni di incendi in Italia: il caso Sicilia
Il dato cumulativo degli incendi in Italia nel periodo monitorato, dipinge un
quadro impietoso, racconta una storia di devastazione e distruzione che
colpisce particolarmente il cuore del Mezzogiorno. La Sicilia ne emerge come
assediata dalle fiamme.
In figura la rappresentazione cumulativa di tutti gli incendi in Italia ald
2009 all’aprile 2024. Un punto rosso per ogni incendio rilevato. Elaborazione a
cura di Fenice Verde, dati rilevati al sistema Copernicus dell’European Forest
Fire Information System (EFFIS)
La mappa, con i suoi innumerevoli punti rossi, è un atto d’accusa contro
l’incuria e la negligenza. La Sicilia porta il peso di questa tragedia, più di
ogni altra regione e nei paragrafi seguenti entreremo nel dettaglio.
Sulle cause
Le fiamme che divorano la Sicilia sono alimentate da una miscela velenosa di
negligenza umana e intenzioni malevole, il tutto aggravato dal cambiamento
climatico che sta rendendo il clima ogni anno più favorevole al propagarsi
degli incendi. A volte sono cause naturali, come un fulmine che, in una delle
rare tempeste secche, dà il via all’incendio, ma queste sono una trascurabile
parte del problema.
Più spesso, sono le mani dell’uomo a scatenare il fuoco. Nei campi, contadini
imprudenti bruciano le stoppie, spesso anche in periodi in cui quest’attività è
vietata, convinti che il controllo sia nelle loro mani, fino a quando il vento
si alza e il fuoco prende il sopravvento. A volte sono il fuoco di un barbecue
lasciato incustodito, o un mozzicone di sigaretta gettato con noncuranza, che
possono trasformare un pomeriggio spensierato in un incubo di cenere e
disperazione.
Ma la mano dell’uomo agisce più spesso per colpa che per dolo. Piromani che
agiscono con intenti criminali, che guardano ai terreni bruciati e vedono
opportunità economiche nel deserto che creano. Speculatori immobiliari che
bramano nuovi sviluppi, allevatori che cercano pascoli verdi dove le leggi
vietano, e individui in conflitto con le politiche di gestione del territorio.
La Sicilia brucia non solo per la sua natura selvaggia e arida, ma per le fiamme
che nascono dall’interno della sua società, alimentate dall’avidità,
dall’ignoranza e dall’egoismo. Combattere gli incendi significa, dunque,
affrontare non solo le fiamme visibili ma anche quelle invisibili alimentate da
una sottocultura di miope egoismo.
martedì 13 agosto 2024
da “Pressenza” dell’1/8/24