LETTERE AL SINODO
(4-21 ottobre 2015 – Roma)
16 ottobre 2015
Lettera quotidiana al sinodo
Cari padri e fratelli sinodali,
questa sera è tardi e voglio farvi giungere solo una breve riflessione.
Parecchi di voi hanno ascoltato con emozione il racconto del vescovo messicano Alonso Gerardo Garza Trevino, della diocesi di Piedras Negras: stava celebrando la messa delle prime comunioni in una parrocchia e un bambino, arrivato all’altare per ricevere sulla mano l'ostia, l'ha spezzata e ne ha dato un pezzetto ciascuno ai due genitori che, essendo entrambi divorziati risposati, non avrebbero potuto riceverla. Questo vescovo ha saputo vedere, ascoltare, emozionarsi, pensare e raccontare.
A me è venuta subito alla mente una frase del salmo 8: “O Signore, dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai fatto nascere una lode”.
È la stessa frase che il Vangelo mette in bocca a Gesù (Matteo 21,16).
Sì, mi sembra che questo bambino vi abbia impartito una lezione.
Se non si impara da chi è piccolo, marginale, sofferente alla fine si capisce poco o nulla del Vangelo.
Le nostre dispute dotte e raffinate non portano a nulla, se non si ascoltano gli ultimi e le ultime, le periferie, le voci della strada. Vi auguro di saper ascoltare le tante voci dei “bambini e lattanti” della nostra società perché in esse si esprime ciò che dà lode a Dio, in esse si manifesta dove cercare Dio.
Che la notte vi porti tanta apertura e tanta capacità di ascoltare.
Solo dopo si può insegnare qualcosa.
Un saluto affettuoso e pieno di speranza.
don Franco Barbero