domenica 6 ottobre 2024

 Piccola antologia

 Un esodo doloroso e vivificante

Lasciare il tradizionale linguaggio religioso non è cosa di poco conto. A volte sembrerà di abbandonare dei tesori o di lasciare un palazzo con tutte le memorie e le comode sistemazioni di un passato ricco di granitiche certezze. Ma è indubbio che le stanze si sono fatte buie e silenti. “Parlare di esodo fa venire in mente la partenza di Abramo da Ur dei Caldei, quando lasciandosi alle spalle la sua tribù e la sua cultura babilonese, si pose alla ricerca di una terra ancora sconosciuta”.

Roger Lenaers

Come successe ad Abramo alle querce di Mamre, l’esodo è finalizzato ad un nuovo incontro con il divino, sorgente e compagnia del creato, oggi come ieri.

Se non ci avventuriamo nel viaggio, ci rassegneremo alla ripetizione, compromettendo la nostra vocazione di testimoni dell’amore di Dio per gli uomini e le donne di oggi e per tutte le creature.

 

La mistica profetica

“L’esperienza mistica, in quanto esperienza di una visione di completa riconciliazione di tutto con tutti e con tutto, non può trovarsi d’accordo con le contraddizioni ingiustamente esistenti nella nostra vita sociale.

Essa protesta in e attraverso la sua ricerca di una piena liberazione e di una onnicomprensiva riconciliazione, in modo radicale, anche contro le contraddizioni interne alla nostra società.

La mistica può perciò imboccare due direzioni: quella della fuga nell'interiorità, senza conseguenze per la società, oppure la direzione profetica, in cui mistica e profetismo sono intimamente e reciprocamente uniti. Proprio in questo l’incontro tra Oriente ed Occidente può diventare un incontro fecondo per la salvezza del mondo intero.

[…] Ci devono dunque essere centri di profezia e centri di mistica affinché, a lungo andare, i mistici diventino anche più profeti e i profeti diventino anche più mistici”.

Edward Schillebeeckx, "Narrare il Vangelo", Queriniana, pag 234

(continua)