mercoledì 8 gennaio 2025

LE RACCOMANDAZIONI DEGLI SCIENZIATI DELL'IPBES

«Le lotte ambientali vanno sostenute e amplificate»

Analisi delle 2.802 mobilitazioni avvenute negli ultimi 30 anni: più della metà ha raggiunto risultati positivi.

 

Le iniziative della società civile per un mondo giusto e sostenibile vanno supportate e amplificate e gli attivisti vanno protetti dalla violenza e dalle violazioni dei diritti umani. Nel rapporto Transformative Change gli scienziati di Ipbes sottolineano l'importanza delle mobilitazioni dei cittadini nel creare iniziative per diffondere il cambiamento, alimentare il dibattito pubblico sulla biodiversità e la natura, denunciare le responsabilità dei governi e del settore privato che adottano pratiche nocive per l'ambiente. Alla base dell'impegno attivo ci deve essere l'istruzione, compresa l’educazione alla cittadinanza, come precondizione per la partecipazione.

Un'analisi di 2.802 mobilitazioni socio-ambientali avvenute nell'arco di 30 anni (1992-2022) dimostra che sono state contestate 46.955 minacce ambientali che mettevano a rischio 13 dei 23 obiettivi dell'Accordo sulla biodiversità Kunming-Montreal: la maggior parte riguardavano la perdita di biodiversità, la contaminazione del suolo, i cambiamenti climatici, la degradazione della qualità delle acque di superficie e di falda, scarichi di rifiuti e deforestazione.

Il 54% delle mobilitazioni hanno portato a qualche tipo di riforma (es, introduzione di soluzioni tecniche, miglioramenti ambientali, compensazioni, dislocazioni, applicazioni di regolamenti esistenti), il 274 hanno avuto un esito negativo, come la perdita di una causa in tribunale, oppure episodi di repressione e violenza contro gli attivisti. Solo il 19% ha ottenuto risultati davvero “trasformativi" come il ritiro, la cancellazione o la sospensione dell’attività contestata. I maggiori successi si sono avuti con azioni preventive e quando sono state messe in atto tattiche diversificate, inclusi i ricorsi alla giustizia.

Portatrici il più delle volte di innovazioni sociali, le organizzazioni della società civile hanno dimostrato con le loro azioni di poter contribuire a frenare il declino della natura, come viene evidenziato da un'altra analisi di 100 casi di studio di azioni messe in atto in Europa tra il 1970 e il 2024 nei settori agroalimentare, forestale e del turismo.

Nel rapporto si sottolinea anche che l’iniziativa dei cittadini abbia contribuito più volte a creare standard di mercato volontari per la produzione e il commercio sostenibili e a promuovere l'adozione i questi standard da parte del mercato. Malgrado la loro importanza, però, le azioni dei movimenti ambientali non hanno ancora ricevuto sufficiente attenzione da parte dell'accademia. da. pas.

Il Fatto quotidiano, 19 dicembre