DEMOCRAZIA
IL CAPO DELLA CEI PROPONE UN NUOVO DIALOGO CONTINENTALE
Zuppi: “ Si parla di pace, era ora. Guai se l’Europa investe in armi
Salvatore Cannavò
Guardiamo con attenzione e speranza al possibile dialogo tra Ucraina è Russia e non vogliamo che prevalga “la logica delle armi”. L'introduzione del cardinal Matteo Zuppi al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana era attesa, perché nei giorni di malattia del Papa la Chiesa non è intervenuta attivamente sul tema. E “don Matteo” non è venuto meno alla propra sensibilità, dedicando cinque delle sette pagine del documento, alla pace. “Finalmente si muovono passi per la pace!” dice Zuppi. Donald Trump e Vladimir Putin non vengono citati, ma si sottolinea che “troppo si è disprezzato il dialogo tra governi, mentre le sedi internazionali d'incontro sono state svuotate di significato e prestigio, a partire dall’Onu”. E quindi, occorre guardare con “sperariza al dialogo” perché la parola è decisiva. Zuppi critica il nazionalismo che si sta affermando e propone di “investire sull’Europa”. Ma un'Europa di pace che “non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell'inevitabilità della guerra. Non nomina i piani di riarmo, ma riprendendo una vecchia proposta il presidente della Cei lancia “una Camaldoli europea, con partecipanti da tutt’Europa, per parlare di democrazia”. Il contrario di quello cui si sta lavorando. E poi, rimarcando il Giubileo in corso e la sua vicinanza ai più deboli, propone una forma di “amnistia” per i carcerati.
Il Fatto Quotidiano 11 marzo