Incredibilmente vero
“se uno, in un mondo di fame e di miseria, riesce, nonostante tutto, a diventare ricco, vuol dire che, dal punto di vista cristiano, in lui deve esserci qualcosa che non va. Ma è evidente che aspettarsi che un ricco accumuli denaro e poi lo distribuisca ai poveri è la stessa cosa che aspettarsi che un cane faccia una bella provvista di salsicce per distribuirle nell'inverno ai lupi affamati. Chi in questo mondo ha la stoffa per diventare un uomo d'affari, potrà affannarsi fino alla fine della vita nella routine del capitale senza rendersi conto di quanto lo separino da tutti i poveri della terra la sua proprietà, la sua casa, la sua villetta in campagna, il suo meritato comfort, il suo diritto naturale ad acquisire possessi e proprietà.
Nel migliore dei casi riuscirà a dare appena una briciola del suo superfluo, perché è proprio la logica razionale dell'accumulazione del capitale a non consentirgli qualcosa di diverso” (E. Drewermann, Dal discorso della montagna, Queriniana).