sabato 21 giugno 2025

Questo è il canone per la celebrazione di domani, sviluppato a partire da una riflessione di Walter Primo. La celebrazione inizierà alle ore 10:00.

Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.

Il link per collegarsi è:

meet.google.com/ehv-oyaj-iue

Alla fine della celebrazione si terrà l'assemblea della Comunità.
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Senza più l’ombra del ricino


Saluto all’assemblea

G. Ci riuniamo per pregare insieme e spezzare insieme il pane fatto dei nostri cammini. Questo pane è fatto delle nostre difficoltà, ma anche delle gioie che non vogliamo tenere soltanto per noi.

1. Oggi non è la sorte di Ninive che ci confonde. Piuttosto è la strada che ha preso questo mondo dove la forza sostituisce il dialogo e il pragmatismo è diventato la giustificazione del cinismo. Dov’è nascosta oggi la luce che brilla dentro di noi?

2. Elevare le regole a principi trascendenti crea gabbie invisibili, prigioni mortali. Il perdono non ha regole, le contraddice tutte. Dove si nasconde oggi l’amore, il magma liberante che può sciogliere quelle sbarre?

Dal Salmo 115: 15-16

1. Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra.

2. I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l'ha data ai figli dell'uomo.



LETTURE BIBLICHE

Giona 3: 10; 4: 1-11
10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu sdegnato. 2 Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. 3 Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». 4 Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?». 5 Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all'ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. 6 Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.

7 Ma il giorno dopo, allo spuntare dell'alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. 8 Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere». 9 Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!». 10 Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! 11 E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».

Un commento (di Walter Primo)
Commentando insieme il libro di Giona nei nostri incontri del gruppo biblico è riemersa qualche considerazione di don Franco sulla figura di questo profeta particolare. Personalmente ho molto apprezzato proposta di leggere un passaggio del suo libro”Stirpe di Giona” al punto tale che avrei ritenuto utile commentarlo con maggiore approfondimento.

Leggere il libro di Giona attrae la nostra attenzione particolarmente oggi ,momento nel quale, nonostante l’assoluta necessità di interpretare i segni del tempo, ci troviamo a dover fare i conti con l’apparente assenza del divino nella nostra storia individuale e sociale: direi addirittura planetaria. E forse è proprio quest’assenza che ci deve al contrario parlare.

Se Franco dice di sentirsi vicino a Giona e scrive (forse provocatoriamente) “il mio nome è Giona” cosa dovremmo dire noi che nella nostra limitata cultura biblica conoscevamo Giona forse solo per l’allegoria della balena? Invece di interrogarci sulla indolenza di questo strano profeta, sulla sua refrattarietà anche noi dovremmo metterci alla ricerca per andare al di là di ciò che appare in superficie. Il Dio biblico che è descritto nel libro di Giona è un Dio imprevedibile sulla base degli schemi umani. Fa sempre qualcosa che sconvolge il nostro rigido senso comune. Anche chi gli si dice “fedele” spesso non riesce a evitare di essere sconcertato dalla maniera in cui la dolorosa realtà sotto i nostri occhi ne rappresenti una manifestazione. Anche la persona di fede è sconcertata dalla sua apparente “assenza”. Ma quella a cui assistiamo è davvero l‘assenza di Dio o chi manca dalla scena siamo in realtà noi?

Cambiando apparentemente discorso,mi torna allla mente una strofa di un canto liturgico degli anni passati: credo si intitolasse “Gesù fratello”. Questa diceva: “Noi ti lodiamo Gesù fratello perché sei grande nel tuo silenzio…”. Noi,ora abbiamo la necessità inderogabile di dar voce nella storia a quella che è la nostra fede. Non dobbiamo uscire dalla città di Ninive, accucciarci all’ombra di qualche ricino e aspettare lo sviluppo degli eventi da lontano.

Anche se il ricino non seccasse noi dovremmo esser lontani dal semplice constatare passivamente la nostra mancanza di energie, tanto fisiche quanto ideative per attraversare una notte che pare essere sempre più lunga e profonda. Giona viene continuamente stimolato da Dio: dobbiamo ritrovare il filo tutte le volte che noi non sappiamo o vogliamo rispondere alle sollecitazioni di Dio.

Temo che il nostro stile di vita moderno, occidentale ci faccia ritenere impossibile da evitare la disillusione, o peggio la rassegnazione intellettuale di chi si sente schiacciato da dinamiche troppo superiori. Invece di iniziare a cercare una pista,una via per uscire dal ventre della balena.

Solo le “comunità” sorte sulle tracce del nazareno o seguendo l’alito biblico credo potranno fare da baluardo contro un capitalismo armato che ogni giorno ruggisce più forte.


LIBERI INTERVENTI


1. Tu sei sovente il Dio che si nasconde e sembra assente. Resta con noi, o Dio di Gesù, nei nostri giorni feriali quando vince la monotonia e prevale la stanchezza; quando la luce dell'evangelo non illumina più la strada, quando il fascino delle cose ci prende e ci domina.

2. Signore, possano le donne e gli uomini riconoscerTi come Dio e vivere al tuo cospetto le gioie, gli affanni e le speranze. Non cerchino in Te il risolutore magico dei loro problemi, ma la forza per affrontarli e per compiere la Tua volontà. (Franco Barbero da “Ultima ruota del carro”)


MEMORIA DELLA CENA
T. Eccoci alla memoria di quella cena che Gesù mangiò, poco prima di essere ucciso, con le sue discepole e i suoi discepoli. Gesù, che non aveva mai vissuto solo per se stesso, prese del pane ne porse a tutti perché mangiassero: “Prendete e mangiatene tutti: la mia vita è stata messa a disposizione . Ogni volta che spezzerete il pane lo farete in mia memoria. Poi prese la coppa del vino: Prendete e bevetene tutti. Questo vino vi ricordi che la fedeltà al Padre e ai fratelli mi ha preso persino il sangue. Fate questo per tenere vivo il ricordo di me”.


PREGHIERA di COMUNIONE


COMUNIONE


PREGHIERE SPONTANEE


BENEDIZIONE FINALE


Signore,
Tu lo sai.
Anche oggi di fronte alle proposte
della Tua parola,
noi cerchiamo di fuggire,
di scusarci.
Deponi la Tua parola
nel più profondo di ciascuno di noi...
perché nessun vento ce la porti via.
(Franco Barbero, da "Ultima ruota del carro")

Per la Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap, 13 – Pinerolo
Walter Primo e Sergio Speziale, 22 giugno 2025