Questo
è il canone per la celebrazione di domani, sviluppato a partire da una
riflessione di Walter Primo. La celebrazione inizierà alle ore 10:00.
Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
Alla fine della celebrazione si terrà l'assemblea della Comunità.
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Senza più l’ombra del ricino
Saluto all’assemblea
G. Ci riuniamo per pregare insieme e spezzare insieme il pane
fatto dei nostri cammini. Questo pane è fatto delle nostre difficoltà,
ma anche delle gioie che non vogliamo tenere soltanto per noi.
1. Oggi non è la sorte di Ninive che ci confonde. Piuttosto è la
strada che ha preso questo mondo dove la forza sostituisce il dialogo e
il pragmatismo è diventato la giustificazione del cinismo. Dov’è
nascosta oggi la luce che brilla dentro di noi?
2. Elevare le regole a principi trascendenti crea gabbie
invisibili, prigioni mortali. Il perdono non ha regole, le contraddice
tutte. Dove si nasconde oggi l’amore, il magma liberante che può
sciogliere quelle sbarre?
Dal Salmo 115: 15-16
1. Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra.
2. I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l'ha data ai figli dell'uomo.
LETTURE BIBLICHE
Giona 3: 10; 4: 1-11
10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla
loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva
minacciato di fare loro e non lo fece.
1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu sdegnato. 2
Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero
nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché
so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande
amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. 3 Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». 4 Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?». 5
Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una
capanna e vi si sedette dentro, all'ombra, in attesa di vedere ciò che
sarebbe avvenuto nella città. 6 Allora il Signore Dio fece
crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla
sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per
quel ricino.
7 Ma il giorno dopo, allo spuntare dell'alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. 8
Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente,
afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e
chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere». 9
Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa
pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da
morire!». 10 Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per
quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu
non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è
perita! 11 E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella
grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non
sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande
quantità di animali?».
Un commento (di Walter Primo)
Commentando insieme il libro di Giona nei nostri incontri del gruppo
biblico è riemersa qualche considerazione di don Franco sulla figura di
questo profeta particolare. Personalmente ho molto apprezzato proposta
di leggere un passaggio del suo libro”Stirpe di Giona” al punto tale che avrei ritenuto utile commentarlo con maggiore approfondimento.
Leggere il libro di Giona attrae la nostra attenzione particolarmente
oggi ,momento nel quale, nonostante l’assoluta necessità di interpretare
i segni del tempo, ci troviamo a dover fare i conti con l’apparente
assenza del divino nella nostra storia individuale e sociale: direi
addirittura planetaria. E forse è proprio quest’assenza che ci deve al
contrario parlare.
Se Franco dice di sentirsi vicino a Giona e scrive (forse provocatoriamente) “il mio nome è Giona”
cosa dovremmo dire noi che nella nostra limitata cultura biblica
conoscevamo Giona forse solo per l’allegoria della balena? Invece di
interrogarci sulla indolenza di questo strano profeta, sulla sua
refrattarietà anche noi dovremmo metterci alla ricerca per andare al di
là di ciò che appare in superficie. Il Dio biblico che è descritto nel
libro di Giona è un Dio imprevedibile sulla base degli schemi umani. Fa
sempre qualcosa che sconvolge il nostro rigido senso comune. Anche chi
gli si dice “fedele” spesso non riesce a evitare di essere sconcertato
dalla maniera in cui la dolorosa realtà sotto i nostri occhi ne
rappresenti una manifestazione. Anche la persona di fede è sconcertata
dalla sua apparente “assenza”. Ma quella a cui assistiamo è davvero
l‘assenza di Dio o chi manca dalla scena siamo in realtà noi?
Cambiando apparentemente discorso,mi torna allla mente una strofa di un
canto liturgico degli anni passati: credo si intitolasse “Gesù
fratello”. Questa diceva: “Noi ti lodiamo Gesù fratello perché sei
grande nel tuo silenzio…”. Noi,ora abbiamo la necessità inderogabile di
dar voce nella storia a quella che è la nostra fede. Non dobbiamo uscire
dalla città di Ninive, accucciarci all’ombra di qualche ricino e
aspettare lo sviluppo degli eventi da lontano.
Anche se il ricino non seccasse noi dovremmo esser lontani dal semplice
constatare passivamente la nostra mancanza di energie, tanto fisiche
quanto ideative per attraversare una notte che pare essere sempre più
lunga e profonda. Giona viene continuamente stimolato da Dio: dobbiamo
ritrovare il filo tutte le volte che noi non sappiamo o vogliamo
rispondere alle sollecitazioni di Dio.
Temo che il nostro stile di vita moderno, occidentale ci faccia ritenere
impossibile da evitare la disillusione, o peggio la rassegnazione
intellettuale di chi si sente schiacciato da dinamiche troppo superiori.
Invece di iniziare a cercare una pista,una via per uscire dal ventre
della balena.
Solo le “comunità” sorte sulle tracce del nazareno o seguendo l’alito
biblico credo potranno fare da baluardo contro un capitalismo armato che
ogni giorno ruggisce più forte.
LIBERI INTERVENTI
1. Tu sei sovente il Dio che si nasconde e sembra assente. Resta
con noi, o Dio di Gesù, nei nostri giorni feriali quando vince la
monotonia e prevale la stanchezza; quando la luce dell'evangelo non
illumina più la strada, quando il fascino delle cose ci prende e ci
domina.
2. Signore, possano le donne e gli uomini riconoscerTi come Dio e
vivere al tuo cospetto le gioie, gli affanni e le speranze. Non
cerchino in Te il risolutore magico dei loro problemi, ma la forza per
affrontarli e per compiere la Tua volontà. (Franco Barbero da “Ultima ruota del carro”)
MEMORIA DELLA CENA
T. Eccoci alla memoria di quella cena che Gesù mangiò, poco prima
di essere ucciso, con le sue discepole e i suoi discepoli. Gesù, che
non aveva mai vissuto solo per se stesso, prese del pane ne porse a
tutti perché mangiassero: “Prendete e mangiatene tutti: la mia vita è
stata messa a disposizione . Ogni volta che spezzerete il pane lo
farete in mia memoria. Poi prese la coppa del vino: Prendete e bevetene
tutti. Questo vino vi ricordi che la fedeltà al Padre e ai fratelli mi
ha preso persino il sangue. Fate questo per tenere vivo il ricordo di me”.
PREGHIERA di COMUNIONE
COMUNIONE
PREGHIERE SPONTANEE
BENEDIZIONE FINALE
Signore,
Tu lo sai.
Anche oggi di fronte alle proposte
della Tua parola,
noi cerchiamo di fuggire,
di scusarci.
Deponi la Tua parola
nel più profondo di ciascuno di noi...
perché nessun vento ce la porti via.
(Franco Barbero, da "Ultima ruota del carro")
Per la Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap, 13 – Pinerolo
Walter Primo e Sergio Speziale, 22 giugno 2025