martedì 24 giugno 2025

Riceviamo questo articolo da Lorenzo Tommaselli.

I rigoristi e l’impossibile (anche se auspicata) sepoltura del papato di Francesco

José Manuel Vidal

C’è chi sogna da tempo di seppellire il papato di Francesco il più rapidamente e radicalmente possibile. I rigoristi vogliono non lasciare traccia, nemmeno il profumo, della primavera di Francesco. Per loro il pontificato di Bergoglio è stato una parentesi scomoda, un incidente senza continuità che dovrebbe essere cancellato dalla memoria ecclesiale.

Tutto li turbava di Francesco: le sue azioni, le sue parole, il suo stile, i suoi gesti, la sua personalità. Ma soprattutto la sua «parrhesía» profetica, questo coraggio evangelico che lo ha portato a denunciare apertamente la Chiesa piramidale, patriarcale e clericale a cui i rigoristi aspirano e che il Concilio Vaticano II aveva già iniziato a rovesciare.

Francesco non ha avuto paura di chiamare le cose con il loro nome, di aprire porte e finestre, di far entrare l’aria fresca del Vangelo e della misericordia, di denunciare le macchinazioni della Curia e di ammonire gli alti ecclesiastici divenuti funzionari del sacro.

Ecco perché i rigoristi ora cercano di trasformare il suo pontificato in una mera parentesi, un temporale estivo, un episodio da dimenticare. Ma Francesco è stato un Papa Magno e la sua impronta è indelebile. Il suo pontificato ha segnato la Chiesa per sempre, orientandola verso la misericordia, verso il Vangelo, verso una Chiesa samaritana e in uscita, come l’ha sognata il Nazareno.

Senza ragioni convincenti o argomenti sostanziali per oscurare l’eredità di Francesco, i rigoristi cercano di influenzare il suo successore, Leone XIV, e di trascinarlo verso le loro idee. Non ci sono riusciti, ma si aggrappano a ogni minimo indizio – l’uso della mozzetta, le vacanze a Castel Gandolfo, il fatto che si lasci baciare l’anello – per esaltarlo e collocarlo nel loro oscuro campo di gioco.

Sognano un ritorno all’aristocrazia episcopale, all’alto e basso clero post-tridentino, alla Chiesa piramidale, alla «dottrina, dottrina», alla legge e all’ordine, al Diritto Canonico e ai principi non negoziabili.

Ma il santo popolo di Dio ha già assaporato il sapore di una Chiesa casa di tutti e il profumo della misericordia, ragion d’essere della Chiesa e mandato essenziale di Gesù. Non c’è marcia indietro. Tanto meno verso il clericalismo predicato dai rigoristi. Lo Spirito ha soffiato forte con Francesco e la sua brezza continua ad essere viva, perché il Vangelo non può essere seppellito o messo a tacere, per quanto alcuni lo vogliano.

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I segnali di Leone XIV per consolidare la sua leadership di fronte alle pressioni rigoriste

1. Continuità strategica e prudente nella Curia
Nei suoi primi giorni papa Leone XIV ha optato per il mantenimento provvisorio di tutti i funzionari della Curia Romana nominati da Francesco. Questa decisione, lungi dall’essere una semplice transizione, viene interpretata come un chiaro messaggio di stabilità e rispetto per l’eredità riformista di Bergoglio, evitando mosse brusche che potrebbero essere interpretate come concessioni ai settori più rigoristi. Il papa ha sottolineato che si prenderà il tempo di riflettere, pregare e dialogare prima di apportare cambiamenti definitivi, il che rafforza la sua immagine di leader prudente e dialogante.

2. Difesa dell’eredità di Francesco
Fin dal suo primo discorso Leone XIV ha mostrato un’esplicita vicinanza al pontificato di Francesco, sia nei toni sia nella sostanza. Ha rivendicato l’importanza della pace, della giustizia sociale e dell’inclusione, pilastri del precedente pontificato, e ha chiesto il permesso di impartire la stessa benedizione impartita da Francesco nella sua ultima apparizione. Questo gesto è interpretato come un segno inequivocabile di continuità e di protezione dell’eredità bergogliana nei confronti di coloro che auspicano una svolta conservatrice.

3. Elezione e conferma di figure chiave
La leadership di Leone XIV sarà giudicata soprattutto dai nomi che sceglierà per la sua fidata squadra in Curia. Mantenere Víctor Manuel «Tucho» Fernández alla guida del Dicastero per la Dottrina della Fede è un chiaro segno di resistenza alle pressioni restaurazioniste e di difesa del cuore teologico del progetto riformista di Francesco. Anche la permanenza di altre posizioni chiave, come il Segretario di Stato Parolin e la Prefetta della Vita Consacrata Simona Brambilla, sarà considerata un termometro della direzione del pontificato.

4. Gesti simbolici e comunicazione
Leone XIV ha combinato gesti di continuità con elementi di tradizione, come l’uso di un abito papale più classico nella sua prima apparizione, ad indicare il desiderio di unire sensibilità riformista al rispetto della tradizione. Il suo stile comunicativo, caratterizzato da autocontrollo e serenità, rafforza la sua autorità e trasmette sicurezza di fronte alle pressioni interne.

5. Concentrarsi sulla sinodalità e sull’ascolto
Il papa ha ribadito il suo impegno per la sinodalità e il dialogo, elementi centrali dell’eredità di Francesco. Ha espresso la sua intenzione di ascoltare tutti i settori della Chiesa, senza però cedere alle pressioni di chi cerca di invertire i progressi compiuti in termini di apertura e misericordia. Quest’approccio rafforza la sua leadership come garante di una Chiesa più umile, vicina e aperta al mondo. «La sinodalità diventa mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire», ha recentemente proclamato davanti ai vescovi italiani.

6. Messaggio chiaro ai rigoristi
Consolidando la sua leadership, Leone XIV trasmette il messaggio che non ci sarà marcia indietro sulle riforme essenziali e che la Chiesa non tornerà a modelli clericali o piramidali. Il suo impegno è per una Chiesa che sia casa di tutti, fedele al Vangelo e alla misericordia, resistendo ai tentativi dei settori più conservatori di trasformare il pontificato di Francesco in una parentesi senza continuità.

In breve, i segni di Leone XIV sono stati di prudenza strategica, continuità riformista e fermezza nel dialogo, consolidando la sua leadership di fronte alle pressioni rigoriste senza rinunciare alla propria impronta.
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Articolo pubblicato il 21 giugno 2025 nel Blog dell’Autore in Religión Digital
( www.religiondigital.org).
Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli