Il valore della persona
Nel Cantico, san
Francesco chiama per nome le creature del cosmo: il Sole, la Luna, le Stelle,
il Fuoco, il Vento, l’Acqua, la Terra. Ciò avviene perché egli ha prima di
tutto un senso profondo dell’unicità della persona.
A chi gli chiede una definizione del frate perfetto, Francesco risponde che
tale sarebbe colui che fosse capace di riunire in sé «la fede di Bernardo, che
la ebbe perfetta insieme all’amore della povertà; la semplicità e la purità di
frate Leone; la cortesia di Angelo; l’aspetto attraente e il buon senso di
Masseo; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio; la virtuosa
incessante orazione di Rufino; la pazienza di Ginepro; la robustezza fisica e
spirituale di Giovanni delle Lodi; la carità di Ruggero; la santa inquietudine
di Lucido» (Specchio di perfezione, 85: FF 1782).
Questa fraternità, che abbraccia il cosmo, ha al centro Cristo, l’unico a
rivelarla e renderla possibile. Anzi, Gesù Cristo è paradigma del rapporto col
fratello. Don Tonino lo sa e, parlando ai giovani radunati nella basilica di
Assisi, facendo riferimento alla Lettera a tutto l’Ordine, domanda loro:
«Ragazzi, ditemi se non vi entusiasma la visione cosmica che Francesco ha di
Gesù: tutto è stato riconciliato in lui, tutto si è raccolto in lui!» (Laudate
e benedicete, 20).
San Francesco e Don
Tonino ci insegnano a contemplare il volto di ogni fratello e di ogni sorella,
e a chiamarli per nome, ad accoglierli nel loro valore e nella loro unicità.
scritto da mons.
Francesco Neri, arcivescovo di Otranto
(una fraternità fatta di nomi e volti, giugno 2025)