No alla custodia in istituti penitenziari inadeguati di persone transgender
La vicenda della
detenuta trans che ha denunciato nei giorni scorsi di essere stata stuprata da
quattro uomini all’interno del carcere Arginone di Ferrara è al centro dell’interrogazione
presentata alla Giunta Regionale Emilia Romagna dalla capogruppo Alleanza Verdi
Sinistra – Coalizioni Civiche – Possibile in Assemblea legislativa Simona
Larghetti.
L’aggressione,
secondo quanto riportato dagli organi di informazione e confermato da fonti
giudiziarie, sarebbe avvenuta nella sezione “protetti” dell’istituto
penitenziario Arginone dove si trovano raggruppati, indistintamente, detenuti
omosessuali, trans ma anche stupratori e persone condannate per reati legati
alla violenza di genere. La detenuta aveva fin da subito chiesto di essere
spostata da Ferrara in un penitenziario dove fosse presente una sezione per
persone transgender, perché qui temeva di essere violentata. Ferrara, infatti,
non è un carcere dove è prevista una sezione dedicata, come invece lo era
Reggio Emilia, la struttura da cui la detenuta proviene, trasferita ad aprile.
Questa vicenda,
oltre a essere una tragedia individuale, è lo specchio di un sistema carcerario
che non garantisce condizioni minime di sicurezza e dignità, soprattutto per le
persone trans, che troppo spesso vengono abbandonate in contesti inadeguati e pericolosi.
“È inaccettabile
che una persona detenuta — e per di più appartenente a una categoria
particolarmente vulnerabile — subisca una violenza così brutale all’interno di
una struttura dello Stato. La responsabilità istituzionale è evidente e non può
essere elusa — afferma Simona Larghetti, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra
in Assemblea legislativa — Non bastano le indagini interne: serve una riforma
urgente nella gestione delle persone trans nelle carceri. Questo nuovo e
gravissimo episodio rende urgente un cambiamento profondo di approccio, fondato
sul rispetto e sulla protezione effettiva delle minoranze più vulnerabili, per
prevenire discriminazioni e atti di violenza. La questione non può essere
trattata sempre come emergenziale, l’approccio deve diventare strutturale”.
Nell’interrogazione
depositata dalla consigliera di AVS si chiede, quindi, alla Giunta
dell’Emilia-Romagna se sia informata dei fatti, quali misure siano state
attivate a protezione della persona coinvolta e se intenda interloquire con il
Ministero della Giustizia per evitare che persone trans vengano trasferite in
carceri non adeguate.
“La violenza nelle
carceri non è un destino, ma una responsabilità politica. È tempo che lo Stato,
anche a livello regionale, si faccia carico della tutela concreta dei diritti
umani e della sicurezza di tutte le persone private della libertà” — conclude
la consigliera Larghetti.
da “Pressenza” del 2/7/25