SOLIDARIETÀ, STIMA E VICINANZA
A DON MASSIMO BIANCALANI
Dopo lo sgombero
con la polizia degli ultimi migranti ospiti a Vicofaro, la Comunità
dell’Isolotto e le Cdb italiane scrivono al vescovo di Pistoia.
ECCO I FATTI:
Dopo il
ricollocamento dei migranti ospiti nella parrocchia di Vicofaro avvenuto nei
giorni scorsi con relativa tranquillità, verso le 12:00 di martedì 1 luglio
sono arrivate nella piazzetta antistante la chiesa le camionette della polizia.
All’interno della canonica rimanevano solo sei giovani africani, persone con
tali traumi alle spalle da essere psichicamente fragili. La polizia in assetto
antisommossa ha fatto irruzione nei locali e li ha portati via con la forza.
Nelle ore successive è proseguito il lavoro di “sigillatura” delle porte (già
avviato in precedenza con le porte che dalla chiesa nuova consentono il
passaggio alla canonica) e così tutte le porte e finestre della canonica e
della vecchia chiesa sono state chiuse con assi di legno e grossi lucchetti.
Ora la canonica è vuota, chiusa, silente, inchiodata nel legno. Lo sconcerto,
il dolore, la frustrazione di don Massimo Biancalani e dei volontari/e e di
tutti coloro che hanno sostenuto questa esperienza, è grande.
La Comunità
dell’Isolotto e le comunità cristiane di base italiane, di fronte a questi
fatti, esprimono solidarietà, stima e vicinanza a don Massimo Biancalani e ai
volontari e alle volontarie che in oltre 9 anni hanno cercato di testimoniare
senso di umanità e aderenza al Vangelo, dando vita a quella che papa Francesco
chiamava “Chiesa ospedale da campo”.
La Comunità dell’Isolotto e le Comunità cristiane di base italiane hanno
anche scritto una lettera al vescovo di Pistoia
Firenze, 4 luglio
2025
Egregio vescovo Tardelli,
siamo nuovamente a scriverle dopo i recentissimi fatti avvenuti a Vicofaro.
L’intervento sproporzionato della polizia di martedì 1 luglio per lo sgombero
degli ultimi 6 migranti rimasti nella canonica e la sigillatura delle porte
della canonica stessa e della vecchia chiesa hanno richiamato alla nostra
memoria eventi lontani e dolorosi come l’intervento della polizia per
allontanare gli occupanti del duomo di Parma nel 1968 e la chiusura della
chiesa dell’Isolotto da parte del cardinale Florit nel 1969.
Ci colpisce la distanza tra la risoluzione pacifica e concordata da lei con il
contributo della Caritas per il trasferimento degli ospiti di Vicofaro e l’atto
ingiustificato di forza, sottolineato con soddisfazione anche dal Ministro
Piantedosi. Nel suo messaggio il Ministro ignora che i “10 anni… del centro di
accoglienza abusivo per centinaia di migranti” hanno rappresentato
un’esperienza di immenso valore evangelico distante anni luce dall’accoglienza
ufficiale sullo stile CPR.
A 60 anni dal Concilio Vaticano II niente di nuovo sotto il sole?
Le parole di papa Francesco, ripetutamente e in varie occasioni pronunciate per
una “Chiesa aperta” e una “Chiesa ospedale da campo” sono solo voce di uno che
parla nel deserto?
Egregio vescovo Tardelli, le sue parole nell’appello alla diocesi di Pistoia
per l’accompagnamento dei fratelli migranti del febbraio 2025, che riportiamo
in nota 1,ci avevano favorevolmente colpito perché, a nostro parere,
riconoscevano il valore evangelico e pastorale dell’esperienza portata avanti
fin dal 2016 da don Massimo Biancalani con l’aiuto delle volontarie e dei
volontari della parrocchia di Vicofaro, nonostante gli attacchi personali e
collettivi arrivati da giornali, esponenti della politica, comitati e singoli
cittadini che qui non riportiamo per decenza.
Anche il recente sforzo suo personale e della diocesi di Pistoia per
individuare più sedi in cui accogliere i migranti ospitati a Vicofaro ci aveva
fatto sperare nella concretizzazione delle sue affermazioni nell’appello alla
diocesi citato in precedenza e in un segnale forte e concreto nei confronti
della politica e dell’amministrazione che, in quasi 10 anni, sono state capaci
solo di osservazioni formali, ma non hanno contribuito affatto ad una soluzione
dei problemi di accoglienza dei migranti, inverando la condanna di Gesù:
“scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: essi
all’esterno sono belli a vedersi ma dentro sono pieni di ossa di morti e di
ogni putridume”.
In questi giorni gravi e drammatici vogliamo con questa lettera esprimere la
nostra vicinanza all’esperienza di Vicofaro, anche perché ci colpisce l’assenza
di voci ecclesiali in difesa dell’azione di don Massimo Biancalani, offeso da
più parti non solo nella persona, ma anche nel ruolo di sacerdote e parroco.
Egregio vescovo Tardelli, noi non la giudichiamo. Sarà la storia a giudicare
chi ha operato nel senso umano ed evangelico di “ero straniero e mi avete
accolto” e chi si è voltato dall’altra parte.
la Comunità dell’Isolotto
via degli aceri 1, 50142 Firenze – mail: info@comunitaisolotto.org
le Comunità cristiane di base italiane – mail: segreteriacdbitalia@gmail.com
nota 1: “[..] Tra i molteplici segni di attenzione
e di accoglienza disseminati per l’intera diocesi e che arricchiscono di carità
la nostra chiesa, c’è anche quello portato avanti con generosità da don Massimo
Biancalani a Vicofaro e Ramini.
In questi anni, don Massimo ha aperto le porte della canonica, dei locali
parrocchiali e persino della chiesa per offrire una primissima accoglienza
soprattutto a chi vaga per le strade, ha problemi di varia natura anche di
salute mentale o è uscito per motivi diversi dai percorsi istituzionali oppure
più semplicemente, cerca un tetto, un punto di appoggio per trovare un po’ di
lavoro. Tutte persone da accompagnare in un cammino educativo certamente non
facile, verso un inserimento positivo e costruttivo nella società. È stata ed è
sicuramente un’accoglienza “rischiosa” da tanti punti di vista ma la carità, si
sa, ha sempre dei lati “rischiosi […]”.
Domenica 6 luglio, insieme a molte altre persone e realtà, la
Comunità dell’Isolotto ha partecipato alla messa delle 11:00 a Vicofaro
portando – insieme alla presenza – affetto, stima e vicinanza. Al termine della
messa in un momento di condivisione di emozioni e pensieri, in tanti sono
intervenuti con parole di amicizia e sostegno. Noi abbiamo potuto leggere la
lettera. Tra tutti, molto emozionante l’intervento di un giovane
africano che ha spiegato il significato che ha avuto per la sua vita trovare
casa a Vicofaro, una casa che gli ha permesso di crescere, inserirsi,
trovare lavoro, avviarsi alla propria autonomia. E al termine delle sue parole
ha abbracciato don Massimo.
comunitaisolotto.org, 6 luglio 2025