domenica 7 dicembre 2025

da Il Manifesto del 28/11/2025

Il privato è ormai dominante. 

La sanità “americanizzata”

di Nino Cartabellotta


In sanità, sotto l’etichetta di “privato” convivono realtà, profit e non-profit, con differente propensione a bilanciare la generazione di profitti con la tutela della salute: erogatori di servizi e prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, investitori (fondi di investimento, assicurazioni, gruppi bancari, società di capitali), terzi paganti (fondi sanitari, assicurazioni), soggetti che stipulano partenariati pubblico-privato con Regioni e Aziende Sanitarie.

In un ecosistema di soggetti privati così articolato sorge spontanea una domanda: esiste davvero un piano occulto per smantellare il Servizio sanitario nazionale (Ssn), visto che ogni Governo ribadisce pubblicamente la volontà di difenderlo? Assolutamente no. Non serve un complotto per spiegare quanto sta accadendo: è il progressivo indebolimento della sanità pubblica, perpetrato da tutti gli esecutivi nell'arco di oltre 15 anni, a spianare la strada a una privatizzazione silenziosa ma inesorabile del SSN. I numeri non mentono mai. 

Nel 2024 la spesa sanitaria delle famiglie ha raggiunto € 41,3 miliardi, rappresentando quasi un quarto della spesa sanitaria totale. Una quota che supera abbondantemente il limite del 15% raccomandato dall’OMS, soglia oltre la quale si concretizza di fatto un sistema sanitario “misto”, che mette a rischio l’accessibilità alle cure. Peraltro, la spesa out-of pocket oggi viene arginata dall’impoverimento delle famiglie: nel 2024 5,7 milioni di persone vivevano in povertà assoluta e 8,7 milioni in povertà relativa. Un contesto che alimenta le rinuncia alle prestazioni sanitarie, aumentate da 4,1 milioni nel 2022 a 5,8 milioni nel 2024.