lunedì 29 dicembre 2025

da Riforma del 05/12/2025

I cristiani e le guerre

di Piercarlo Pazè (magistrato, è fra gli organizzatori dei Convegni storici estivi presso il lago del Laux in alta Val Chisone)


Mentre l'Occidente si riarma per la terza guerra mondiale, che ancora una volta sarà combattuta in Europa e sarà il suicidio dell'Europa, chiediamoci perché le confessioni cristiane tante volte hanno promosso o sostenuto guerre o benedetto eserciti.

Gli esempi sono tanti, a partire dal secondo millennio: la crociata contro i catari albigesi, caso palese di genocidio, le ondate di crociate contro i turchi con il pretesto di liberare Gerusalemme e la Terra santa, perché per spiegare una guerra un pretesto va trovato sempre, l'appoggio alle aggressioni coloniali. Procedendo, il pensiero va ai vescovi castrensi e ai cappellani in divisa al servizio negli eserciti dei quali Don Lorenzo Milani ha segnalato le menzogne e i silenzi.

I valdesi erano dei guerrieri o, peggio, appoggiavano le guerre? La storia va letta caso per caso. Nella crociata del 1487-1488 rivolta a schiacciarli nel Pragelatese e nella val Durance, nelle guerre di religione del Cinquecento, nelle guerriglie antisabaude della seconda metà del Seicento, nel glorioso ritorno del 1689, i valdesi hanno preso le armi per difendersi o per riprendersi le terre di montagna da cui erano stati cacciati.

Al fine di attribuire ai valdesi la brutta fama di ribelli e violenti fu anche inventata una cronaca, che gli storici hanno presa per buona, secondo la quale a metà Quattrocento i valdesi delle valli di Luserna, Angrogna, Perosa e Pragelato avevano formato un'alleanza insurrezionale, aggredito o ferito alcuni buoni curati cattolici, costituito un esercito e in trecento armati si erano diretti contro un inquisitore che a Luserna stava disputando con un barba. La favola si concludeva con la buona notizia, anch'essa fantastica, che i valdesi delle valli nel 1453, questa volta in tremila e non più armati, erano venuti a Luserna per convertirsi collettivamente al cattolicesimo avanti all'arcivescovo di Torino.