giovedì 29 luglio 2010

JOSÉ MARIA DIEZ-ALEGRÍA

Il 25 giugno è morto il teologo spagnolo José Maria Diez-Alegría alla bella età di 99 anni. Lo precedette nella casa del Padre pochi anni fa un altro teologo e gesuita spagnolo Gonzales Ruiz che fu suo amico e compagno di lotte. Negli anni del dopo Concilio furono molto attivi anche in Italia. Genzales-Ruiz fu a Pinerolo per ben due volte e potemmo allora dialogare a lungo con lui.

Diez- Alegría dal 1961 fu professore all'Università gregoriana di Roma dalla quale fu allontanato da papa Paolo VI quando pubblicò il suo volume "Io credo nella speranza". Era l'anno 1972.

Quel libro, che conservo come un gioiello teologico, più volte mi è tornato utile proprio per non perdere la speranza. Così un altro maestro della mia giovinezza ci ha lasciati per la patria che tutti ci attende.

Tra i tanti che hanno voluto rendere omaggio al grande teologo spagnolo, il gesuita Javier Dominguez ha voluto ricordare, sul sito di Religión Digital (28/6), le parole pronunciate da Diez-Alegría in occasione del suo 97.mo compleanno, considerandole una sorta di "testamento". "Credo – aveva detto allora il teologo, tra le diverse cose – che Gesù di Nazareth non avrebbe compreso le disquisizioni dei concilii sulle due nature (divina ed umana) e una sola persona divina". L'essenza del suo messaggio, affermava, "è l'opzione per i poveri. Non verremmo giudicati per la nostra fede o per i nostri riti, ma per il fatto che avremo o non avremo dato da mangiare all'affamato. Sono totalmente d'accordo con la Teologia della Liberazione. Penso che la Chiesa cattolica nel suo insieme abbia tradito Gesù. Questa Chiesa non è quello che Gesù ha voluto, ma quello che hanno voluto nel corso della storia i potenti di questo mondo".