Myanmar, la polizia spara ancora sui manifestanti: diciotto vittime, molti feriti
La Repubblica
28 FEBBRAIO 2021
E'
salito a diciotto il bilancio dei morti nelle proteste in Myanmar,
secondo quanto riporta l'ufficio dei diritti umani dell'Onu.
Fra queste,
3 persone sono morte a Yangon, 2 a Mandalay e -a sentire la tv dei
militari Myawady - sono morte 4 persone a Dawei, nel sud dell'ex
Birmania, dove era in corso una marcia ed e' intervenuta la polizia
anti-sommossa. Gli avvenimenti si susseguono in maniera caotica e
risulta difficile tenere il conteggio delle vittime, ma di sicuro quella
odierna si profila come la giornata piu' sanguinosa da quando sono
cominciate le proteste del manifestanti anti-golpe.
Lo
stato asiatico è nel caos dal primo febbraio, giorno in cui è avvenuto
il colpo di stato da parte dei militari.
La leader del governo eletto
Aung San Suu Kyi e buona parte del suo partito sono agli arresti, con
l'accusa di aver truccato le elezioni di novembre. Il golpe, che ha
bloccato il progresso del Myanmar verso la democrazia dopo quasi 50 anni
di governo militare, ha portato centinaia di migliaia di manifestanti
nelle strade e ha sollevato la condanna dei paesi occidentali.
Media
e testimoni riferiscono di scontri a Yangon, con la polizia che ha
usato granate stordenti nei confronti di un gruppo di studenti e medici
che protestavano in camice bianco. A Mandalay, la seconda città più
grande del Myanmar, la polizia avrebbe sparato in aria e intrappolato in
un ospedale il personale sanitario che protestava.
Già
ieri in tutto il Paese si erano registrate molte proteste e altrettante
repressioni, con la polizia che ha sparato in aria ed ha utilizzato gas
lacrimogeni e granate assordanti. La televisione statale MRTV ha detto
che più di 470 persone sono state arrestate.