venerdì 22 ottobre 2021

La Torà non si acquista per denaro

   Rabbi Josè ben Qisma' dice: Una volta, mentre camminavo per strada, mi venne incontro un uomo che mi salutò, e io gli ricambiai il saluto. Poi mi domandò: Rabbi, di dove sei? Risposi: Vengo da una grande città di sapienti e di scribi. Allora mi disse: Rabbi, vorresti venire ad abitare presso di noi, nella nostra città? Io ti darei un milione di denari d'oro, pietre preziose e perle. Figlio mio – gli dissi - anche se tu mi dessi tutto l'argento e l'oro, le pietre preziose e le perle di questo mondo, non abiterei che in un luogo dove si studia la Torà. Perché quando un uomo si congeda dal mondo, non lo accompagnano né l'argento né l'oro né le pietre preziose né le perle, ma soltanto la Torà e le opere buone, come sta scritto:
"Quando cammini ti guiderà. Quando ti corichi veglierà su di te. Quando ti svegli ti parlerà" (Pr 6, 22). "Quando cammini ti guiderà": in questo mondo. "Quando ti corichi veglierà su di te": nel sepolcro. "Quando ti svegli ti parlerà": nel mondo che viene. E così pure è scritto nel libro dei Salmi, da parte di David re di Israele: "Meglio per me la Torà della tua bocca che mille monete d'oro o d'argento" (Sal II9, 72). E ancona: "Mio è l'argento, mio è l'oro dice il Signore delle schiere" (Ag 2,8).


Detti dei Rabbini, Ed Qiqajon, pag. 214