martedì 22 aprile 2008

DIO TI PERDONI... il dialogo continua

Il dialogo con don Votta riportato in un precedente POST è così proseguito.


(16 aprile) Franco sei un fenomeno! Certo avrai capito che la firma posta alla fine della mia mail che t'ho scritto così aulica era ironica...se non l'hai capito pazienza!

Certo che mi fai paura ma non quella di cui tu mi scrivi ma la paura di allontanarmi dal Signore in maniera ortodossa e gettare nella confusione le persone. Intanto desidero chiederti scusa del tono arrogante con cui ti ho scritto ma ero arrabbiato perchè sto aiutando una persona ad uscire dal caos in cui tu l'hai gettata (un uomo tutto d'un pezzo e non un squilibrato intendiamoci).

E poi, dai Franco, come puoi tirarmi fuori cavolate come queste. Tu vuoi modificare la storia di 2 mila anni? cambiare la teologia su cui la Chiesa si sostiene nel suo cammino e che la riconosce santa e peccatrice?

Beh complimenti mi sembri un giovanotto un pò troppo pieno di sè e delle sue idee... l'entusiasmo non ti mancherà certamente, complimenti ma sei troppo luterano. Vedi il casino che ha combinato Lutero? E poi? Forse le cose si appianeranno dopo la tua morte (e bada bene ti auguro di campare cent'anni).

Io sono un povero pretino che tenta di farsi santo e di santificare gli altri col messaggio di Cristo... ma sai, caro Franco, sono felice e realizzato. Non mi sento castrato dentro chissà quali regole (come forse pensi tu) e sono goduto di appartenere a questa Chiesa che tu hai rigettato (spiegami poi perchè).

E' bello vedere la gente che esce dalla Chiesa felice perchè ha sentito il calore di Gesù attraverso una poverissima persona come me; oppure vedere i giovani che s'innomorano poco a poco alla Chiesa anche gerarchica.

So bene che sei assai più istruito di me e più preparato quindi non potrei mai dialogare con te (te l'ho scritto sono un povero pretino di campagna) però sarei contento se cominciassi seriamente a metterti in discussione come del resto faccio anch'io tutti i giorni.

Sono viceparroco ad Orbassano con don Marco (che ti conosce e ti definisce una persona molto educata) se vuoi passa pure (ma avvisami perchè ho molti impegni... mai quanto te certo) ma per celebrare insieme l'eucarestia, no fratello caro sai che non si può.

Mentre ti rinoovo le mie scuse per come ti ho trattato certamente pregherò per te. Ciao!

don Stefano Votta, povero prete di campagna.


Caro don Stefano,

intanto apprezzo il fatto che mi hai risposto chiarendo ulteriormente le tue idee e la tua impostazione pastorale. La tua lettera è un gioiello di candore e di disinvoltura.

Quando entri sul terreno teologico diventi, a mio avviso, alquanto approssimativo, dogmatico e persino spassoso. Sei talmente cattolico "doc" che non corri nessun rischio di uscire dall'ortodossia. Anche la figura del "povero prete di campagna" è un abito che conferisce una comparsa di religiosa umiltà.

Insomma... hai tutti gli abiti confezionati su misura dalla benemerita ed ortodossa sartoria cattolica. E sotto gli abiti pulsa un cuore limpido, sincero, obbediente, gioviale. Ne sono convinto: Hai davvero un sacco di caratteritische positive.

Mi piacerebbe tanto sapere chi è quella persona che io avrei buttata nel caos, ma è probabile che ti chieda troppo. Se cerca ordine, retta dottrina e sicurezza ha trovato in te l'uomo giusto, ha bussato alla porta giusta.

Tra le "cavolate" di cui mi accusi (sei sempre molto dialogico, diretto e garbato rispetto al pensiero altrui!), ci sarebbe il fatto che io voglio "modificare la storia di duemila anni" e "cambiare la teologia su cui la chiesa si sostiene...". Esilarante e creativo il caro don Stefano...!

Credo che tu conosca molto bene (perché sei giovane e fresco di studi) che da Tertulliano, Origene, Ario... fino a Gounelle... di teologie ne abbiamo davvero parecchie, per nostra fortuna e per grazia di Dio. Ma la chiesa non è sostenuta da una o da mille teologie, ma dalla parola di Dio.

Sono troppo lutrerano? Credo di essere assai più "riformato" anche per il dialogo con i valdo-metodisti. E Lutero avrebbe "combinato un casino"? Che strana idea hai della Riforma Protestante e che singolare concezione hai dell'ecumenismo...

Definire Lutero un casinista non è un elogio della tua intelligenza, denota una lettura storica piuttosto ideologica e non fa onore ai tuoi studi sul protestantesimo. E' questo l'ecumenismo che pratichi nella tua parrocchia?

E chi ti ha "rivelato" che io ho "rigettato" questa chiesa? Non mi sono mai sentito parte e ministro della chiesa di Gesù come oggi. Solo che non mi sono mai innamorato della chiesa gerarchica.

Per la carità, don Stefano... Ognuno è libero di scegliere come, quando e di chi innamorarsi. Io ho preferito innamorarmi del profeta Gesù di Nazaret e lo amo ogni giorno di più. Per me il nazareno è la via che mi guida verso Dio, nella ricerca del Suo regno. Anche nel mio blog cerco di esprimere questo amore.

Certo, né tu né io siamo mai sufficientemente coinvolti nel cammino di conversione, ma è proprio "roba da preti" il continuo girare la frittata quando siamo sollecitati ad un dialogo umile, ma serio, rigoroso, documentato, fatto di confronti e studi e non di pensieri che sono premasticati vaticani.

Nella tua lettera ci sono poi degli enigmi che mi sembrano del tutto impenetrabili. Vuoi un esempio? Non ho capito che cosa intendi quando mi scrivi: "Forse le cose si appianeranno dopo la tua morte". Sarà l'argomento della nostra terza lettera o di un nostro dialogo di una sera d'estate? In ogni caso leggere una tua lettera è sempre un piacere, un vero piacere.

Nel salutarti ti auguro una vita ed un ministero ricchi di gioia e di fecondità. Il sapere che, come mi scrivi, sei un prete felice e realizzato, mi riempie di gioia perché, invece, conosco parecchi bravissimi preti che purtroppo sono poco sereni.

Salutami anche il tuo confratelo don Marco, di cui in questo momento non rintraccio il volto. Che Dio ci accompagni sempre con il Suo amore e con il Suo perdono.

Mi aspetto una terza lettera. Poi, caro don Stefano, pubblicheremo la nostra corrispondenza tra... l'eretico e l'ortodosso... Però, don Stefano, prima di chiudere questo amichevole dialogo epistolare, vorrei tanto darti un consiglio: non "tentare di farti santo o di santificare gli altri". Dio non ne ha bisogno.

Accontentiamoci di essere degli uomini onesti che hanno fiducia in Dio. Mi fanno paura i "santi", specialmente quelli "santo subito". Ce ne sono già troppi e la fabbrica ne sforna continuamente.
Ti abbraccio. Prega per me.

don Franco

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