martedì 19 gennaio 2010

SCIOPERO DELLA FAME PER LE UNIONI CIVILI

Anna Paola Concia – Deputato PD

 

Il 13 dicembre scorso Francesco Zanardi e Manuel Incorvaglia, due ragazzi omosessuali che si amano e vivono insieme, mandarono una lettera ai deputati e ai senatori, chiedendo semplicemente la calendarizzazione delle proposte di legge sulle unioni civili che giacciono in Parlamento. Nella lettera fissavano il 4 di gennaio l’inizio dello sciopero della fame.

Ovviamente ho dato loro il mio sostegno da subito: in Parlamento sono depositate tre proposte di legge di cui sono firmataria. Riguardano equiparazione del matrimonio omosessuale, partnership sul modello tedesco e inglese e Pacs sul modello francese.

Ma il 4 gennaio, il digiuno di Manuel e Francesco è cominciato nell’assoluta indifferenza generale, della politica e dei mass-media. Francesco è finito in ospedale l’altra sera. Non se lo è filato nessuno. Ringrazio quindi l’Unità per questo spazio e per come è sempre sensibile al tema dei diritti civili. Ho provato a coinvolgere colleghi di destra e sinistra: niente. Mi sento frustrata, una grandissima frustrazione aumentata dal fatto che i ragazzi, che sento tutti i giorni, stanno continuando lo sciopero con non pochi problemi.

Perché questo silenzio? Lo chiedo soprattutto ai giornalisti, al mondo della comunicazione. Perché questo sciopero della fame per rivendicare i loro diritti sacrosanti così invisibile? Perché noi omosessuali e transessuali facciamo notizia soltanto quando lo decidete voi? E, di solito, solo quando facciamo scandalo? Vi stupirà sapere che all’estero per questa vicenda c’è molta attenzione: molte testate sono in contatto con Manuel e Francesco. Perché i giornali italiani che sono in prima fila quotidianamente per denunciare questa o quella ingiustizia non ritengono sufficientemente degna di interesse questa rivendicazione?

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