giovedì 18 febbraio 2010

LA FEDE E’ ANCHE COMBATTIMENTO

1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto 2 dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. 3 Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». 4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». 5 Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: 6 «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. 7 Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». 8 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». 9 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10 sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; 11 e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 12 Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». 13 Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato (Luca 4, 1-13).

 

Non sto, con questo titolo premesso al mio commento, sollecitando a qualche crociata… Ce ne sono già troppe. Però mi prefiggo, dopo alcune informazioni e chiarificazioni iniziali, di sottolineare quella dimensione di "battaglia" che caratterizzò la vita di Gesù e che mi sembra ineliminabile anche nella nostra esistenza quotidiana.

Voglio dire che seguire Gesù, accogliere la sua proposta di vita, genera spesso atteggiamenti e comportamenti contro corrente, il non adeguamento alla mentalità vincente, per dirla con l'apostolo Paolo

 

Tentato dal diavolo?

 

Occorre subito compiere un annuncio liberatore: il diavolo non esiste. Certo, nella Bibbia si parla molto di Satana, diavoli, spiriti immondi….ma si tratta di linguaggi del tempo che vanno letti e riferiti al loro contesto culturale. Si tratta di una credenza antica come il mondo, un dato culturale e psicologico che è penetrato, con il vigore delle sue immagini e la plasticità del suo linguaggio, in molte tradizioni religiose e non religiose.

Ma occorre leggere, "sotto" e aldilà di questi linguaggi, non l'esistenza di qualche spirito tentatore, ma un messaggio assai diverso e molto prezioso: la nostra vita si trova a fare i conti, dentro e fuori di noi, con mille forme e presenze del male.

Satana, Diavolo significano "avversario, divisore" e sono la cifra linguistica, il modo letterario per esprimere la multiforme e profonda realtà del male. E' un linguaggio che "personalizza" il male.

Questo ci permette di affermare in tutta tranquillità che questa "credenza" non appartiene per nulla al cuore della fede cristiana. Insomma: non c'è bisogno di credere al diavolo per essere cristiani.

Diavolo – Satana – Spirito maligno oggi vuol dire egoismo, stupri, guerre, industria delle armi, sfruttamento, ingiustizia, schiavismo, inquinamento….Questo è l'unico diavolo, l'unico "Satana" che io conosco e la fede cristiana, attraverso questi linguaggi delle culture antiche, mi invita a non sottovalutare questa presenza del male e a combattere i "diavoli di questo mondo" che, come vediamo, sono molto concreti.

 

Liquidare la credenza del diavolo

 

E' davvero importante per un cristiano abbandonare la credenza nel diavolo che, tra l'altro, è diventata uno strumento per incutere paure e sollecitare la sottomissione. Quante volte nella storia della chiesa si definirono "indemoniate" quelle persone che osavano dissentire dalla gerarchia. Eretici e donne vennero nei secoli emarginati, definiti posseduti da Satana o "streghe" per difendere una ortodossia che si sentiva minacciata. Il vero "diavolo" in queste situazioni era l'arroganza, la crudeltà e la presunzione del potere ecclesiastico.

Quante sofferenze e quante "patologie" indotte da questa credenza che poi ha fatto nascere, con tanto di approvazione e di benedizione gerarchica, un sottobosco di esorcismi, di pratiche magiche, di rituali perversi e ridicoli. Occorre trovare il coraggio di dirci che egoismi, guerre, stupri, sfruttamento, diseguaglianze, sessismo e razzismo e tanti altri mali non vanno messi sul conto di un qualche diavolo, ma sono il frutto delle nostre responsabilità non assunte, delle nostre scelte sbagliate, dei nostri egoismi individuali e di gruppo. E' troppo comodo mettere tutto questo sul conto di un qualche diavolo. No! Le nostre "diavolerie" sono un nostro "prodotto". E' falso, è inutile mettere in campo un "agente diabolico" esterno, inventarci un diavolo per metterci al riparo dalle nostre concrete responsabilità.

A volte dietro certe sofferenze non c'è il diavolo, ma una educazione o anche una predicazione cristiana ossessiva, depressiva che ha causato nelle persone angoscia, paure, sensi di colpa, fobie sessuali.

Non servono esorcismi, ma pratiche liberatorie, percorsi rasserenanti, messaggi di pace.

Anche per questo la ripresa di attività esorcistiche e la nomina di esorcisti nelle chiede cristiane è tragicamente funesta, gravemente dannosa. Si ribadisce, per molte persone poco attrezzate a leggere la Bibbia con attenzione storico-critica, l'esistenza del diavolo, anziché aiutarle a dare un nome ai "diavoli" concreti con i quali noi comuni mortali dobbiamo fare i conti dentro e fuori di noi.

Questa sì che sarebbe una direzione da imboccare anche per togliere avallo alla marea di satanismo, ai riti satanici che poi, come risulta sempre più chiaramente, sono incontri tra persone affette da perversioni sessuali, dedite alle orge e all'uso di droghe.

Sarebbe anche un bel colpo a tutti quei "parenti prossimi", a quei mestieranti che, come maghi e indovini, fanno fortuna finche prosperano le superstizioni diaboliche, i santini, le stimmate, il sangue di San Gennaro e cose simili…Sanno come fare soldi infilandosi nelle angosce delle persone da veri profittatori.

Dunque, nessun satana in carne ed ossa ha messo alla prova Gesù. Gesù ha dovuto lottare, tutta la vita, tra amore ed egoismo, tra paura e fiducia, tra fidarsi radicalmente di Dio o pensare a sé. Non è forse così anche per noi?

Liberiamoci dal diavolo:  affrontiamo la nostra vita al cospetto di Dio. Con lui faremo i conti con tante "diavolerie", con le inevitabili prove della nostra vita. Liberiamo la fede cristiana da questa credenza. Volerla conservare significa esporre al ridicolo il messaggio cristiano che, invece, non ha nulla in comune con questa ondata di satanismi, di orge sessuali, di superstizioni, di esorcisti bisognosi essi stessi di qualche trattamento liberatore.

 

Un Gesù diverso

 

Superata la credenza nel diavolo, emerge subito un altro messaggio prezioso.

Anche Gesù, come ognuno/a di noi, ha dovuto scegliere tra amore ed egoismo, tra la possibilità di un vita onorevole e tranquilla ed una esistenza di impegno e di solidarietà, tra il "far carriere" ed una vita quotidiana dedicata ai più deboli.

Il racconto ci presenta un trittico, un quadro in cui Gesù è tentato tre volte. Le ben note tentazioni, riprese già dal Primo Testamento ebraico. Ma il significato è chiaro: Gesù dovette compiere le sue scelte di fedeltà a Dio non in un "momento", ma per tutta la vita. Questo Gesù che, come noi, ha avvertito il fascino, l'attrattiva della gloria, degli onori, del denaro, della vita agiata è davvero molto diverso da quella immaginetta magica del catechismo cattolico.

Egli, nutrendosi della testimonianza delle Scritture, fidandosi di Dio, ha affrontato le prove, le difficoltà che ha incontrato.

Si noti: è il "soffio di Dio" che lo conduce ad affrontare le prove. Il Vangelo di Marco addirittura dice che lo Spirito, cioè Dio, lo "spinge" nel luogo della "tentazione".

 

Una fede in mare aperto

 

Ecco il messaggio che va diritto al mio cuore. Non posso vivere la mia fede come una realtà chiesastica, al riparo dai venti della storia, fuori dai problemi che sfidano gli uomini e le donne di oggi, fuori dalle lotte, dai dubbi, dalle ricerche e dagli interrogativi che attraversano l'umanità e tutto il creato.

Certa educazione cristiana ci ha abituati a vivere nell'ubbidienza, nell'allineamento, nella routine, a tacitare le domande, a nascondere le idee inquietanti…

C'è di più: ognuno di noi in prima persona è interpellato in profondità. Aldilà del mio dirmi cristiano/a, che uso faccio delle doti, delle opportunità, dei miei beni? Cerco di farmi strada per "ingrandire" il mio nome e le mie fortune oppure tento di mettere ciò che ho, ciò che so, ciò che sono, ciò che posso a servizio del bene comune? Cerco la via delle beatitudini oppure giro attorno a me stesso/a e assecondo solo i miei desideri?

Altrochè diavoli! La vita cristiana ogni giorno ha le sue piccole battaglie. Come Gesù, abbiamo la possibilità e la gioia di far affidamento sulla testimonianza delle Scritture. Dio non ci lascia soli/sole in questa strada e ci regala tanti compagni di viaggio. È dentro questo "cammino" che sentiamo ed assaporiamo la bellezza di una vita consapevole e di una fede adulta e matura.

 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quali sono esattamente i criteri sulla base dei quali concludere che il discorso biblico sul diavolo consiste in una personificazione del male, mentre quello su di Dio no, dal momento che quest'ultimo potrebbe venir interpretato, in modo analogo, come personificazione del bene. Perché l'esorcismo è superstizione, mentre la Transustanziazione no, o è superstizione anche questa?

GiorGio ha detto...

ma forse "il discorso biblico sul diavolo" non consiste "in una personificazione del male" bensì siamo noi che possiamo vederla o meno in questa maniera.

GiorGio ha detto...

tu come la vedi?

Anonimo ha detto...

io la vedo grosso modo così: se siamo giustificati a interpretare il discorso biblico sul diavolo in modo tale che la parola "diavolo" non costituisca un nome proprio denotante, siamo forse altresì giustificati a fare la stessa operazione con l'espressione "Dio". Inoltre, se siamo giustificati a interpretare come superstizioni quelle pratiche che si fondano sull'assunzione dell'esistenza del diavolo come entità reale, allora siamo altresì giustificati a considerare come superstizioni tutte quelle pratiche che si fondano sull'assunzione dell'esistenza di Dio come entità reale.

io inoltre la vedo così: chi sostiene che nel caso del diavolo ci troviamo di fronte a un discorso non denotante, mentre nel caso di Dio sì, chi sostiene questo è impegnato a esplicitare quei criteri che suggeriscono di applicare al diavolo un genere di interpretazione diverso dal genere di interpretazione applicato a Dio.
l.

Anonimo ha detto...

No, il diavolo esiste...se Dio esiste, esiste anche il diavolo...Chi è costui? Un angelo che si ribella a Dio e quindi all'AMORE e al VERO BENE...riconoscete che ci furono Eva ed Adamo...furono tentati...Non è solo uno strumento per impaurire i fedeli, ma una creatura davvero nefanda che in questo mondo ha fatto un grande inganno: far credere che il diavolo NON esiste!

Diavolo significa colui che divide da Dio...