venerdì 9 luglio 2010

BERSANI E' DAVVERO POCO INFORMATO SUL VENEZUIELA

Lettera aperta al segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani
>
> Le scriviamo rispetto alle parole da lei usate nei confronti del
> presidente
> della Repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Chávez: ³Non vorrei che
> dopo
> Berlusconi venisse fuori Chávez. O il Parlamento riprende il suo ruolo o
> non
> c'è libertà per nessuno². Queste parole lasciano intendere che: 1) Chavez
> rappresenterebbe il peggio anche rispetto a Berlusconi; 2) in Venezuela
> non
> ci sarebbe libertà per nessuno. Ed esprimono chiaramente una totale
> mancanza
> di conoscenza rispetto alla situazione latinoamericana in generale e
> venezuelana in particolare.
>
> a) Il governo di Hugo Chávez gode, com¹è noto, di una pessima pubblicità:
> per gran parte dell¹informazione ³ufficiale², il presidente venezuelano è
> un
> caudillo e un populista, quando non esplicitamente un tiranno. E ciò
> malgrado gli innumerevoli processi elettorali che ha attraversato, tutti
> vinti tranne uno, quello del referendum sulla riforma della Costituzione
> venezuelana nel 2007. Sconfitta serenamente riconosciuta dal presidente
> (e,
> oltretutto, di strettissima misura, 50,7% contro 49,3%: percentuali che,
> se
> fossero risultate invertite, avrebbero di sicuro fatto gridare la destra
> alle frodi e al colpo di Stato). E vorremmo farle notare che la
> Costituzione
> in vigore prevede anche la possibilità di revoca di ogni carica elettiva,
> a
> cominciare da quella presidenziale, a metà mandato.
>
> b) Negli anni del suo governo, Chávez ha proceduto a nazionalizzare i
> grandi
> depositi di idrocarburi presenti in Venezuela e ha usato le risorse del
> petrolio per migliorare servizi pubblici come educazione, salute e
> trasporti, per rispondere alle necessità di milioni di poveri delle
> favelas
> e dei quartieri popolari, prima completamente esclusi da qualunque
> servizio
> pubblico.
> Inoltre, lo Stato garantisce l¹accesso ai beni alimentari al prezzo di
> costo, senza scopo di lucro, attraverso una rete locale di negozi che non
> è
> statale; assicura l¹accesso gratuito alla sanità, attraverso il sistema
> cubano del medico di famiglia, grazie al quale oltre ventimila lavoratori
> della salute abitano e convivono con il popolo nei luoghi più poveri e lo
> assistono con la prevenzione, la fornitura dei farmaci e ogni cura
> necessaria (la maggior parte di questa popolazione non conosceva neppure
> un
> medico); garantisce anche l¹accesso all¹educazione attraverso vari
> programmi
> educativi, che vanno dall¹alfabetizzazione di adulti e adolescenti fino a
> programmi diretti a tutti i giovani che vogliono andare all¹università
> (oggi
> il Venezuela è considerato dall¹Unesco un Paese libero dall¹analfabetismo.
> Un caso raro, tra i Paesi dell¹emisfero Sud).
>
> c) In condizioni tanto avverse a causa di un¹eredità economica segnata
> dalla
> dipendenza totale dalle esportazioni petrolifere, dalla mancanza di
> organizzazione sociale e dall¹assenza di un progetto politico che unifichi
> le forze popolari del Paese, la grande sfida del governo Chávez è quella
> di
> riuscire a costruire un progetto di sviluppo duraturo per il Paese. Chávez
> ha finora formulato due linee distinte e complementari di riflessione. La
> prima viene chiamata ³Progetto di sviluppo endogeno². Endogeno, qui,
> significa che il popolo e tutte le forze produttive del Paese dovrebbero
> spendere le proprie energie affinché in ciascuna regione venga organizzata
> la produzione sia agricola che industriale dei beni necessari alla
> popolazione. Si innescherebbe così un processo di produzione di ricchezza
> locale, di distribuzione di reddito a livello locale, di creazione di
> posti
> di lavoro a livello locale. L¹altra idea che Chávez ha introdotto nel
> dibattito è quella della necessità di costruire un socialismo differente,
> il
> socialismo del XXI secolo, prendendo però le distanze dal socialismo
> reale.
> Dal punto di vista pratico, il risultato concreto che questo dibattito ha
> prodotto è stato quello di aprire una discussione tra i lavoratori,
> affinché
> essi creino forme autogestite e cooperative di fabbriche e stabilimenti
> industriali. E questo è accaduto nei casi in cui i proprietari capitalisti
> sono fuggiti dal Paese o hanno dichiarato fallimento e nei casi in cui lo
> Stato ha costruito una nuova fabbrica e ha cercato di stabilire una sorta
> di
> collaborazione con i lavoratori.
>
> d) Esistono ovviamente, nel processo bolivariano, limiti non irrilevanti:
> una struttura statale burocratica, corrotta e inefficiente; la presenza,
> malgrado le incontestabili e fondamentali conquiste sociali, di problemi
> ancora non risolti, come l¹insicurezza sociale, la questione abitativa, la
> situazione salariale di ampi settori della popolazione. Limiti, questi,
> che
> non possono mettere in dubbio i risultati positivi ottenuti in Venezuela
> da
> Chávez, nel perseguire la democratizzazione della società, l¹ampliamento
> dei
> poteri delle fasce popolari e della popolazione indigena, la riduzione
> della
> giornata di lavoro, la fine dell¹autonomia della Banca Centrale, il
> divieto
> del latifondo, il consolidamento dello Stato nel suo carattere pubblico,
> la
> realizzazione delle missioni, con cui il governo ha posto la questione
> sociale al centro della sua sfera di interessi, in ciò seguito da altri
> governi latinoamericani. E, a livello latinoamericano, la creazione
> dell¹Alba, l¹Alleanza bolivariana per l¹America, a cui Chávez ha offerto
> un
> contributo determinante: una forma di integrazione tra i Paesi che parte
> dalle necessità dei popoli e dell¹ambiente e non dalle necessità del
> capitale; un processo di integrazione economica e sociale dei popoli e dei
> governi che potenzia l¹uso di tutte le risorse naturali, delle risorse di
> biodiversità, dell¹agricoltura, dell¹industria, a favore della soluzione
> dei
> problemi fondamentali del popolo e della crisi climatica. Una lotta per
> l¹indipendenza economica dell¹America Latina, perché smetta di essere un
> esportatore di ricchezze per l¹Europa e gli Stati Uniti, e più
> recentemente
> per il Giappone e la Cina.
>
> Per tutto questo, siamo convinti che, se dopo Berlusconi venisse Chávez,
> si
> aprirebbe per l¹Italia una stagione di grandi riforme popolari, una grande
> promessa di futuro.
>
> Amig@s MST*- Italia/Comitato di Roma
>
> (MST= Movimento dei lavoratori senza terra del Brasile)
>