Gentili signori del centrosinistra, per ora avete vinto solo i ballottaggi comunali e provinciali, non le elezioni politiche. Quindi, per favore, evitate eccessivi trionfalismi. Per esempio, gentile Vendola, forse è un po’ esagerato rivendicare – come Lei fa sull’Unità – “io ho vinto tutte le scommesse, mi aspettavo un risultato così, davvero”. A noi pare di ricordare che, a Napoli, appoggiava il prefetto Carneade-Morcone contro De Magistris al primo turno. Fortunatamente i Suoi elettori sono stati più lungimiranti di Lei. Anche noi, poi, siamo felici che la campagna xenofoba contro Zingaropoli e gl’immigrati islamici sia stata sconfitta a Milano, ma c’era proprio bisogno di mettersi a strillare nel primo comizio dopo la vittoria che ora “dobbiamo abbracciare i nostri fratelli rom e musulmani”? È proprio sfuggendo alla caricatura dell’alfiere delle minoranze e nient’altro che voleva farne la destra con i suoi house organ, che Pisapia ha stravinto a Milano: guadagnandosi la fama di uomo mite, tollerante, concreto, serio e sereno, cioè di sindaco di tutta la città e di tutti i cittadini. Anche, ma non soltanto dei rom e degli islamici. E anche di chi, vivendo nei quartieri più popolari e disagiati, vive quelle presenze non ancora integrate come un problema ancora irrisolto. Cioè da risolvere. Non da negare con sparate demagogiche, utili soltanto a regalare titoli a Libero e al Giornale.
(Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 1 giugno)