sabato 28 giugno 2014

IL GIOCO DA BAR DIVENTATO SFIDA SOLITARIA NELLA RETE


Bevono fino a sbronzarsi e poi postano il video del loro abbruttimento. E tutto per non perdere la faccia di fronte alla community. Funziona così la cosiddetta Nek Nomination, un gioco che consiste in una sfida all'ultimo bicchiere. Per partecipare bisogna essere nominati da un amico, armarsi di smartphone o di webcam, bere il più possibile e pubblicare il video sul social network. Lo sfidato può a sua volta rilanciare il guanto ed estendere la singolar tenzone ad altri amici. E per chi spezza la catena sottraendosi alla prova di resistenza la pena è la perdita dell'onore.

Nata in Australia, la moda è diventata ben presto virale. Con esiti drammatici. Si calcola infatti che nei primi mesi del 2014 abbia già fatto una decina di giovani vittime. In realtà il social game è la versione digitale di "Padrone e sotto", un gioco tradizionale, altrettanto feroce e violento. In cui chi comanda costringe l'altro, o gli altri giocatori a sottostare ai suoi ordini e bere fino all'ubriachezza.

Ma se la brutalità e la stupidità appaiono comuni, le dimensione e le conseguenze sono diverse. Proprio come lo sono la comunità reale, quella face to face, e quella virtuale, face to facebook. Che traduce certe forme competitive di socialità, fondate sulla sopraffazione, nel bisogno narcisistico di visibilità tipico della società dell'immagine. Dove il gioco non ha più intorno la cornice del bar del paese. Fatta di persone in carne e ossa. Ma quella virtuale del villaggio globale. Per cui alla fine ciascuno è senza interlocutori e senza limiti. Solo contro tutti. O meglio contro il voyeurismo indifferente della rete.

(Marino Niola, Il Venerdì 13 giugno)