…...Disperiamo
della nostra umanità, disperiamo della nostra voglia di vivere, del
nostro desiderio di comunione. Purtroppo l’informazione che ci
giunge attraverso i mass media è spesso monca e distorta. Voglio
essere chiaro con voi, stasera. Tutti dobbiamo sapere che lungo i
decenni e soprattutto in questi ultimi trent’anni l’Africa –
che è il continente più ricco del mondo – è stata sfruttata
dall’Occidente, depredata delle sue materie prime. Ce le siamo
portate via, anzi le multinazionali l’hanno fatto per noi, senza
pagare un soldo.
E abbiamo tenuto in vita governi fantoccio, che non
fossero in grado di difendere i diritti della gente. Le potenze
occidentali mantengono inoltre in Africa una condizione di guerra
perenne che rende più facile lo sfruttamento e consente un fiorente
commercio di armi.
Care
Amiche, Cari Amici, siamo noi i predoni dell’Africa! Siamo noi i
ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li
costringiamo a partire per non morire: bambini senza genitori, padri
e madri senza figli. Un esodo epocale si abbatte sull’Europa, che
ha deciso di non rilasciare più permessi per entrare regolarmente
nel nostro continente. E allora questo esercito di poveri, che non
può arrivare da noi in aereo, in nave, in treno, prova ad arrivarci
sui barconi dei trafficanti di uomini, dopo due anni di viaggio
allucinante nel deserto e di detenzione in Libia. Cari Cittadini,
devo gridare stasera questa verità: quelli che vengono chiamati
centri di smistamento, di detenzione, quei centri che i nostri
governi sollecitano e finanziano per ‘bloccare’ il flusso
migratorio, spesso richiamano i campi di concentramento.
E se
settant’anni fa si poté invocare una mancanza di informazione,
oggi no. Non lo possiamo fare, perché ci sono le prove, nella carne
martoriata di questa gente, nei filmati, nei reportage di giornalisti
coraggiosi (mentre giornali e telegiornali di altra fatta parlano dei
migranti sulle navi come di un ‘carico’ alla maniera delle merci
e delle banane!).
Noi sappiamo, e siamo responsabili. E dobbiamo
levarci! Giorgio La Pira era un uomo del Sud e non si scordò mai di
esserlo. Noi, qui da Palermo, stasera, alziamo la nostra voce.
Noi
che sappiamo che cosa vuol dire essere migranti.
Noi che abbiamo
visto i nostri padri e i nostri nonni costretti a lasciare la loro
casa, rifiutati, umiliati, buttati fuori da case e locali perché
siciliani, perché italiani.
Noi sappiamo e non taciamo. Cosa abbiamo
fatto e cosa faremmo al posto di queste donne, di questi uomini, di
questi bambini, in fuga dal nulla e dalla morte? Se fossero i nostri
figli, i nostri parenti ad essere in pericolo di vita, senza cibo e
assistenza, se fossero torturati e stuprati, che cosa faremmo? Una
nuova epocale trasmigrazione dei popoli sta accadendo davanti ai
nostri occhi, e abbiamo bisogno di chiarezza e di umiltà per capire
quale società vogliamo costruire, quale risposta intendiamo dare ai
segni dei tempi.
Palermo 15 luglio 2018
Palermo 15 luglio 2018