LA BUONA NOVELLA – 5
La presentazione integrale dei testi de "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè prosegue col lato b della raccolta. Lasciata Maria, madre o che sta per diventarlo, la ritroviamo anni dopo quando Gesù, appena condannato, è ormai prossimo alla crocifissione. In questa cesura temporale, con "Maria nella bottega del falegname", De Andrè abbandona le atmosfere beate e soavi della prima parte e ci scuote con una musica di alta drammaticità nella quale è facile individuare il rumore della pialla e del martello di colui che sta costruendo le croci di Gesù e dei due ladroni. Nel brano si alternano le voci di Maria, del falegname e della gente di Palestina.
MARIA NELLA BOTTEGA D'UN FALEGNAME
[Maria]
"Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra andò?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritornò?"
[Il falegname]
"Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare".
[Il popolo]
"Alle tempie addormentate
di questa città
pulsa il cuore di un martello,
quando smetterà?
Falegname, su quel legno,
quanti colpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?"
[Maria]
"Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perché spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci".
[Il falegname]
"Questi ceppi che han portato
perché il mio sudore
li trasformi nell'immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio
il più grande che tu guardi
abbraccerà tuo figlio".
[Il popolo]
"Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto".
Il commento